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«Il sistema scolastico dei licei, con l?intervento della Gelmini, è crollato»

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 dal liceo Berchet appello al Ministro Carrozza

Dal liceo classico Giovanni Berchet di Milano parte una lettera firmata da 42 docenti indirizzata al Ministro dell’Istruzione. La richiesta: un «ripensamento urgente» della riforma Gelmini, ormai attuata da 4 anni. Nella lettere si legge che «l?attuale sistema garantisce soltanto meno ore di docenza, ma non è chiaro il progetto didattico». Tra le modificazioni auspicate il ripristino delle ore di latino, che erano state ridotte allo scientifico come al linguistico, e di italiano, diminuite come quelle di geografia, in tutti i licei.

«Così è difficile raggiungere gli standard richiesti, il rischio è che i programmi vengano svolti soltanto sulla carta. Poi succede che all?esame di maturità esce un brano di Magris e tanti non ci sono arrivati perché l?analisi del testo ha poco spazio, c?è da fare letteratura» si legge nella lettera. La causa anche «l?insegnamento delle materie umanistiche letterarie [che] è stato parcellizzato». «Si apra un confronto, si valutino i risultati dopo quattro anni di riforma, si considerino anche gli esiti delle prove Invalsi» per salvare un sistema, quello dei licei, che «con l?intervento della Gelmini è crollato».

Chi meglio di professori e studenti può individuare le falle di un sistema che non funziona? L’esempio del brano di Magris uscito allo scorso esame è estremamente esplicativo. Non c’è tempo per attuare i vasti programmi: il più delle volte le lezioni non sono altro che una disperata corsa per cercare di far man bassa di argomenti in vista della loro redazione scritta e da approvare per l’esame di Stato. Risultato: molto viene lasciato allo studio a casa, penalizzando gli studenti più “deboli” sotto questo profilo, i quali dovranno ricorrere a degli aiuti esterni alla Scuola in un momento già così economicamente difficile per le famiglie.

E nemmeno così i programmi vengono nella loro totalità. Le materie umanistiche sono le più penalizzate. In Letteratura ci si accontenta di arriva al primo dopoguerra: esempio, di Eugenio Montale basta sapere che è il poeta di Ossi di Seppia, senza affrontare i lavori successi. Sereni, Zanzotto, Eco, Fortini, Sanguineti, Luzi, Pasolini, Moravia, Gadda, Levi, Pavese il più delle volte, se va bene, nomi affastellati con qualche nozione da ricordare in caso di commissario esigente all’esame. In Storia il traguardo per tirare un sospiro di sollievo è il ’45, con un bisbiglio di Guerra Fredda, ma Glasnost rimane un flatus vocis. Storia dell’Arte è regalata a materia di secondo piano, rispecchiando l’ideale comune della pittura vezzo da folli o da gente che non sa cosa fare.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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