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L’alba dei nazi viventi

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Il caso Priebke non smette di scatenare polemiche, nonostante il suo decesso avrebbe dovuto costringere tutti ad un meritato riposo ma soprattutto silenzio. 

La polemica si è ora orientata sul funerale e luogo di sepoltura da assegnare all’ex capitano delle SS, dato che è stata presentata la richiesta di effettuare un funerale pubblico in Chiesa, ma questa stessa è stata immediatamente respinta dal Vicariato. La Chiesa Cattolica ha però “concesso” l’autorizzazione per un funerale privato, proposta non gradita però all’avvocato di Priebke.

Anche il luogo della sepoltura ha creato una diatriba che su un defunto non avrebbe senso di esistere: la comunità ebraica chiede a gran voce il rimpatrio in Germania, mentre c’è chi, più intelligentemente, ha proposto la sepoltura nel cimitero militare germanico sulla Pontina nel comune di Pomezia (Michel Emi Maritato presidente di Assotutela).

Pacifici e la comunità ebraica stanno gonfiando a più non posso un caso che andrebbe immediatamente chiuso ed archiviato, perché una salma non può far paura e soprattutto su un defunto, di qualunque persona si tratti, bisogna accordare per lo meno il silenzio e la tranquillità, almeno questa è sempre stata la regola base di qualsiasi civiltà a prescindere dalla religione.

Ci sarebbe molto da discutere ancora sui crimini di Priebke, sulla sua libertà di poter rifiutare un ordine imposto dall’alto e sulla rappresaglia in tempo di guerra, azione che era permessa dalle regole belliche vigenti al tempo. Ma tutto ciò ci sembra una perdita di tempo, piuttosto vogliamo invitare Pacifici e la comunità ebraica romana a non farsi il fegato marcio per un pericolo che, per fortuna, non sussiste più per loro e magari concedere un occhio di riguardo in più alla pacificazione israelo-palestinese, quella sì, una questione tutt’altro che chiusa.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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