No TAV, si Tir

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Sono anni ormai che il movimento dei No Tav, nato in Val di Susa contro la decisione di dare il via al cantiere per il treno ad alta velocità, sta portando avanti la sua protesta in modo costante, agguerrito e non sempre civile.

Quello che stupisce è la testardaggine e l?ostinazione di questo, apparentemente, spontaneo moto di popolo. Ma soprattutto quello che colpisce sono i toni esageratamente duri con cui la protesta è, e continua, ad essere portata avanti. Se ci sono, come vedremo adesso, delle ragioni, perché queste stesse ragioni non si è deciso di presentarle ad un tavolo di discussione con la Regione e il Governo in modo civile dando modo ai responsabili del suddetto progetto di spiegare le loro ragioni ed eventualmente di tranquillizzare la stessa popolazione che, ha tutto il diritto di avere inizialmente delle paure, magari irrazionali, ma legittime.

Non si capisce bene come mai nel nostro paese qualsiasi legittima protesta non possa essere incanalata nei binari di una costruttiva discussione con chi ha la responsabilità nella gestione della cosa pubblica. Tutto finisce sempre e quasi subito in rissa dando adito, tra l?altro, a dubbi e sospetti che dietro simili e inconsulti moti di popolo ci sia sempre qualche occulto e interessato manovratore. Ma vediamo di analizzare un attimo quelle che sono le apparenti ragioni portate avanti da questo agguerrito movimento val susino. In primis si dice che nelle montagne dove si inizierà il cantiere del treno sarebbero state trovate imponenti tracce di amianto e che quindi andare a prelevare centinai di migliaia di metri cubi di materiale equivarrebbe a liberare una gran quantità di pulviscolo di questo minerale che sappiamo essere un vero e proprio agente killer provocatore di linfomi e di gravi patologie al sistema respiratorio. Su questo punto basterebbe a nostro giudizio verificare i danni che dovrebbero essersi già prodotti se fosse valido questo discorso, quando sono state scavate le gallerie dell?attuale ferrovia, dell?autostrada e delle strade che percorrono la vallata. Avremmo già avuto centinaia e centinaia di casi di malattie derivanti. E invece i dati sulla salute dei residenti in valle non sembrano discostarsi da quelli nazionali. Poi è anche il caso di sottolineare che l?amianto che si trova in natura non è ad alta concentrazione come lo era quando lo si produceva allegramente e incoscientemente per fare simpatiche tettoie o altrettanto simpatici sottotetti. La natura è sempre più benigna dell?uomo, questo è un dato di fatto.

Poi su questo argomento lo Stato, visto che si tratta di opera di importanza nazionale, ha affidato a tecnici e studiosi l?incarico di effettuare preventivamente tutte le ricerche del caso: grazie al cielo tutto si può dire tranne che abbiamo uno Stato killer che si diverte a rovinare la salute dei cittadini. Non potrebbe neanche volendolo: anche il governo e la Regione sono sottoposti all?autorità della legge e della Costituzione che ci difende. Grazie al cielo non siamo uno stato canaglia come ce ne sono tanti nel mondo che ci circonda.

Andiamo avanti con le ragioni: la seconda è che il cantiere andrebbe ad incidere pesantemente sull?habitat naturale della valle liberando una enorme quantità di CO2 con il rischio di inquinare in modo forse irreparabile l?intero sito. Allora se le cose stanno così perché nessuno di coloro che adesso protestano si è mai sognato di ribellarsi ai danni molto maggiori, perché apportati in modo continuativo, provocati dal traffico dei mezzi pesanti? Traffico, lo ricordiamo, esistente dalla fine degli anni settanta e che grazie a questa nuova e futura linea ferroviaria verrebbe in pratica dimezzato, e questo sì con notevoli benefici ambientali!

Andiamo avanti, si dice che, invece di creare una nuova linea sarebbe stato molto meglio rafforzare con meno dispendio di denaro l?attuale linea ferroviaria. A parte il fatto che per fare questo occorrerebbe bloccare per anni proprio l?attuale linea, con tanto anche qui di cantiere, e non si vede bene come si possa fare ciò, forse, visto che l?UE ci da il finanziamento, piuttosto che fare i soliti rattoppi all?italiana per una volta tanto sarebbe meglio fare un qualcosa di nuovo e risolutivo una volta per tutte. Un?ultima ragione sta nella presunta inutilità di un progetto del genere che nulla apporterebbe all?Italia e in specifico all?area torinese. Su questo in parte abbiamo già risposto sopra, con la previsione di un dimezzamento del traffico su gomma, poi rispondiamo che il TAV, andando tra le altre cose ad incidere positivamente sui tempi di trasporto, nel quadro dei collegamenti internazionali darà sicuri vantaggi ben evidenziati nei relativi studi di settore che sono stati effettuati. Ricordiamo che la linea Torino Lione si andrebbe ad inserire all?interno di un corridoio molto più vasto che parte da Lisbona e che arriva a Kiev, un corridoio commerciale che investe tutta l?Europa e che non può lasciare il nostro paese ancora una volta ai margini dell?enorme flusso di beni e servizi che caratterizza il nostro continente.

Queste in definitiva le questioni che affliggono questo benedetto cantiere. Ci pare che forse alla luce di quanto è stato detto sopra le ragioni dei NO TAV alla fine siano un po? fumose e pretestuose, un po? poco in definitiva per mettere a soqquadro da anni un?intera vallata e per non accettare una civile discussione chiarificatoria. Questo ci insospettisce perché ci fa pensare male: ci fa pensare che dietro questo apparente moto spontaneo di popolo ci sia qualcosa d?altro, un qualcosa che lo rende molto meno spontaneo di quanto si possa immaginare. Dietro questo tumulto potrebbe esserci il solito burattinaio occulto, con delle motivazioni reali ben differenti rispetto a quelle apparenti usate in modo strumentale.

di Roberto Crudelini

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Di Redazione Elzeviro.eu

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