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Contestazione alla Kyenge: ha usato quattro auto di scorta

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Chi se lo sarebbe aspettato che un ministero quasi di nicchia potesse arrivare ad avere una tale risonanza? Tutto questo è stato possibile grazie alle manie di protagonismo di chi occupa quella poltrona, ovvero Cecile Kyenge.

Ognuno interpreta il ruolo di ministro a modo suo, ma la Kyenge ha usato uno stile del tutto originale, questo bisogna riconoscerglielo, perché per arrivare a far parlare di sè praticamente ogni giorno, nonostante si ricopra una carica secondaria, bisogna combinarne di cotte e di crude.

Dopo le esternazioni sullo ius soli e sulla presunta legittimità della poligamia, frasi lanciate più per spirito propagandistico che per una reale intenzione politica, ecco che il ministro meno integrato d’Italia ha subito la prima vera contestazione durante una sua visita a Milano, per un incontro a Villa Clerici sullo sfruttamento minorile.

L’Onorevole di origini congolese dimostra di essersi integrata perfettamente nel sistema “magna magna” della politica italiana, dato che per presentarsi in orario all’incontro ha dovuto ricorrere all’utilizzo di non una, ne due, ma ben quattro auto di scorta, e ognuna di esse dotata di sirene e palette, manco fosse un’emergenza sanitaria.

I milanesi, giustamente inviperiti, dopo aver riconosciuto il ministro hanno gridato “vergogna” all’indirizzo del carrozzone che sfrecciava oltretutto in piena contromano (via Terruggia), come ulteriore gesto di spregio nei confronti della cittadinanza.

Suvvia ministro (e stampa di partito) non ci vorrete ora far credere che quelle grida erano in realtà dei “bu” razzisti?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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