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Quale futuro per il M5S?

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Dalle elezioni amministrative i Cinque stelle risultano notevolmente ridimensionati in voti, aspirazioni e virtù.

Comincia a non far più presa il linguaggio di Grillo che giusto ieri dà della mummia al suo cavallo vincente, quel già Pds Rodotà che votò al soglio quirinalizio con apparente convinzione. Se comunque è stato sulle prime infervorante e successivamente ha tenuto acceso il focolare dell’antipolitica, ecco che oggi il linguaggio del leader carismatico del movimento pseudo-rivoluzionario passa ad essere, da eco profonda in piazze fittissime ad un rantolo in una caverna, ove pochi uomini si recano in religioso silenzio. Vero è che i voti delle amministrative sono da prendere con le molle stante un astensionismo che ormai si avvicina a soglie barbare e statunitensi, ma pare inconfutabile una tendenza del popolo dei votanti dell’antipolitica a riconfluire nei partiti di massa, in particolare in quel Pd dal quale provenivano la maggioranza dei non grillini che hanno votato M5S.

Se in un certo qual modo il crocettatore medio delle Cinque stelle è stato infervorato prima e benevolente poi nei confronti del linguaggio volgare e urlato di Grillo, che era ancora più galvanizzante raffrontato al grigiume montiano, ecco che oggi, dato il megafono ai parlamentari Cinque stelle, il sogno del Movimento sembra andare ad infrangersi. Hanno un bel da fare i criticoni di Grillo in seno al partito (movimento, pardon), ma non è l’atteggiamento del capo ad aver causato la perdita sì cospicua di voti, quanto piuttosto un atteggiamento incompetente e volgare dei rappresentanti grillini in parlamento. Il fallimento della democrazia diretta via web (non della democrazia diretta in assoluto), nonostante il lodevole tentativo, appare palese: votazioni che non funzionano, voti persi, hackers, divulgazioni di emails private sono il segno del fatto che non si possa ancora abbandonare l’idea di un voto con le schede e lo spoglio a favore del (per ora) illusorio voto elettronico e ripetuto per ogni magagna. In Isvizzera vanno a votare ogni mese, ma si tratta di un paese totalmente diverso, dal quale Grillo attinge notevolmente nelle sue giagulatorie. E bene fa ad ispirarsi alla politica elvetica sui temi ecologisti, molto meno bene sui temi prettamente politici.

Il popolo ha dato fiducia al Movimento, ma a motivo di chi scrive (una persona che ha votato 5 stelle) è rimasto negativamente influenzato dal linguaggio volgare di Lombardi (ieri “merda” e “stronzo” erano le parole di risalto di tale fine politicante) e Crimi, dall’ignoranza sbandierata da alcuni rappresentanti Cinque stelle che non conoscono (conoscevano?) minimamente le procedure parlamentari, dalla perdita del nesso delle priorità accompagnata ad una proposta di produzione legislativa scarna, dalle discussioni sulle diarie, dai pranzi alla bouvette del parlamento dopo tanto lottare contro i privilegi di casta (un pranzo completo e di altissimo livello può costare sui 5 ?, il resto va sui contribuenti, ndr). Sono tutti argomenti non rinviabili. Rispetto alle responsabilità dei partiti di massa, responsabili di infamie enormi che non staremo qui nemmeno a riepilogare, si tratta di pagliuzze. Quando sono i partiti di massa a far notare tali pagliuzze ben fa Grillo a rispondere che si occupino delle loro travi. Ma tali pagliuzze si fanno sempre più fastidiose, soprattutto per i votanti, che stanno ritornando a votare Pd, Sel e in minor misura Pdl e i partiti di destra.Resta il fatto che l’offerta Cinque stelle resta con tutta probabilità ancora la più “pulita”, seppur ad oggi la realizzazione di essa per mezzo degli attuali rappresentanti appare una chimera.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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