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La forza delle parole

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Ne bastano poche se sono in grado di colpire nel segno. De Gasperi a Casale (21-3-1948) , in piazza disse: “Chi non vota commette una viltà. Votare è un dovere. Votare male è un tradimento”. La cittadina prevalentemente comunista , diede 11556 voti alla DC e 10336 al “Fronte popolare ” di Togliatti.

Senza andare in TV, che allora non c’era ancora, il leader demoscristiano riuscì a sovvertire un risultato già scontato. Altri tempi, che però fanno ritornare in mente che alle elezioni del 21/04/48 l’affluenza fu del 92,3 % e che la DC (da sola ) ottenne il 48,5 % lasciando i comunisti al palo col 31%. Comunque ancora alta fu la percentuale dei cittadini che si recarono alle urne nel 2008 (80,4 %) , per poi subire un tracollo che piano piano sta dimezzando l’elettorato.

Cari politici, l’art.48 della Costituzione ( “Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”) ha perso la sua ragione d’essere e pure la sua spinta propulsiva. I parlamentari non hanno più alcun potere decisionale nelle cose che contano, e le loro manfrine non convincono più nessuno. La gente rivendica i diritti calpestati dai continui soprusi , quindi si sente autorizzata a cancellare i propri doveri.

Ci vogliono passione, valori, ideali e programmi chiari per colpire nel vivo, non idee bislacche. Cambiare la legge elettorale non serve a nulla se i cittadini disertano le urne. Sorprende già che qualche onorevole buontempone non abbia pensato di conferire ad ogni consenso un valore doppio. Stendiamo un velo pietoso sulle mozioni presentate per le “riforme”. A quanto pare rischiano di far saltare il giovane governo Letta. L’unica cosa certa è che il governo di “larghe intese” ha prodotto un ibrido alle amministrative: si sfidano al ballottaggio due partiti che fanno parte dello stesso governo. Ogni commento è superfluo.

Giuseppe Franchi

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Di Redazione Elzeviro.eu

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