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Nessuna sorpresa per lo scandalo scoppiato intorno alla Boldrini

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Nessuna sorpresa ci ha colto quando, nei giorni scorsi, la bombetta di Dagospia ha risuonato nel web ed è rimbalzata sugli schermi dei media italici.

Laura Boldrini ha costruito un personaggio, il suo, su discutibili (eppure efficaci) teatralità. Dalle lacrime ad orologeria, al velo indossato per compiacere ospiti di religioni minoritarie. Ella ha edificato la sua carriera politica su battaglie ridicole irrisorie, ma efficaci. Battaglie che la hanno portata alla guida di un partito che si proclama di sinistra, perfino nel nome (una sorta di excusatio non petita). Ascesa al soglio della Presidenza della Camera, ha preteso di essere chiamata Presidenta, parola che farebbe alzare un sopracciglio anche al più progressista dei linguisti.

Le sue battaglie, annegate in un mare di cinismo ed ipocrisia,

bene si allineano con la vita privata, a quanto pare, dove la succitata non si farebbe scrupolo di non pagare liquidazione a dipendenti, o a far lavorare da casa assistenti parlamentari sottopagati e in condizioni eccezionali quali la salute precari della prole. E questi dipendenti o sottoposti, si badi bene, sono donne.
Manifesti satirici contro la politica di Boldrini
La paladina del lingaggio equo, da rimodellare per eliminare i generi o addirittura introdurre neutri o asterischi mai contemplati, nel privato non ha nemmeno l’accortezza di essere un datore decente.
Come si può rifiutarsi di pagare 3000 euro di liquidazione alla collaboratrice famigliare? Oppure negare alla propria assistente parlamentare il lavoro a distanza, nonostante il figlio malato, le difficoltà di spostamento (da Lodi) e i costi non certo esigui, quando le elargisce uno stipendio da 1200 euro, e con questi la donna deve pure pagarsi il viaggiare e soggiornare a Roma. Tutto ciò affermando che “tanto durante il confinamento hai risparmiato”. Si tratta di un comportamento abbietto.

Cosa ha Boldrini, però, di sinistra?

Quali battaglie sociali e per i poveri, gli emarginati, ha condotto da quando è parlamentare della Repubblica? A quali picchetti ha partecipato? Quando ha sfidato il potere? La sua attività si limita alle battagliette da salotto pseudofemministe, basate su cretinate linguistiche lette su panflet senza dignità accademica – un po’ di spolverata culturale che l’avvicina alla volgarità renziana o Salviniana (che da un po’ di tempo a questa parte la mena con le radici giudaiche d’Europa, per esempio).

Quando Boldrini si produce in analisi geopolitiche, però, dà il meglio di sé: come quando dichiara ed elegge legittima presidentA della Bielorussia sulle colonne del suo diario di Facebook una attivista anti-Lukashenko.

Questa volgarità antintelletuale, unita ad ua superficialità di fondo e contornata da dozzinale qualunquismo per portare avanti battaglie inutili e spesso dannose, si unisce ad un delirio di potere e di importanza che le permette di agire in modo, come detto, abbietto. Ancora più grave, tutto ciò accade senza ch’ella nemmano si dia pena di coprire le sue tracce; senza nemmeno, insomma, quell’accortezza che un politico decente dovrebbe avere.
Donne sfruttate e lavoratori, votereste voi per Laura Boldrini? Si auspica che la parabola politica di questo soggetto sia ormai, con questo piccolo scandalo (ma non tanto piccolo per l’ipocrisia intrinseca), sia una volta per tutte tramontata.
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