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I mercati e Oettinger applaudono l’accordo 5 Stelle Pd ed è una tragedia

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Tra i vari ed affascinanti aspetti che circondano la formazione del nuovo Governo tra 5 Stelle e Pd vi è soprattutto la lunga serie di apprezzamenti ed endorsement arrivati da attori internazionali.

Una situazione in perfetta antitesi con quanto successo durante la formazione del Governo gialloverde. In quel maggio – giugno 2018 si era osservato quello che militarmente potrebbe essere definito fuoco incrociato. Durante la stesura del contratto di Governo tra Lega e 5 Stelle lo spread era balzato a 300 punti, sui giornali europei venivano pubblicati quotidianamente editoriali in stile pizzino mafioso (ve lo ricordate il Financial Times che descriveva Salvini e Di Maio come barbari?) e commissari europei lanciavano inquietanti ammonimenti.

Ecco per esempio quello stesso Guenther Oettinger

che l’anno scorso aveva rilasciato un’intervista con cui invitava “i mercati ad insegnare ai cittadini italiani come votare”, oggi, all’alba del Governo 5 Stelle Pd, gioisce come un bambino.

Il nuovo incarico conferito a Conte è uno sviluppo positivo. Ora ci si aspetta dall’Italia un governo pro-europeo che non lavori contro l’Europa. Bruxelles è pronta a fare qualsiasi cosa per facilitare il lavoro del governo italiano quando entrerà in carica e per ricompensarlo. Ci sarà più spazio per una politica sociale, anche se i socialdemocratici sanno bene che il debito illimitato nell’eurozona è un danno per tutti

Che un commissario europeo, per giunta uscente e delegittimato politicamente, possa pronunciare una frase del genere è a dir poco aberrante. Oettinger ha infatti sfrontatamente confermato alla luce del sole tutte quelle tesi che di solito vengono classificate come complottiste.

“I mercati insegneranno agli italiani come votare la cosa giusta”, l’intervista shock di Oettinger del 2018

Il commissario dice infatti con chiarezza

che la flessibilità concessa alle regole di bilancio europee è strettamente subordinata alla composizione politica dei governi nazionali. In pratica se gli elettori votano un esecutivo che assecondi le preferenze della Commissione, ci potranno essere molti più margini per una manovra economica espansiva. In caso contrario la Commissione non intende evidentemente fare sconti.

Ora i casi sono due. O Guenther Oettinger non parla a nome dell’istituzione europea che ci governa e allora dovrebbe essere immediatamente delegittimato dai suoi superiori e licenziato in tronco ancor prima del termine del suo mandato. Visto che però tale commissario blatera in totale libertà e impunità da oltre un anno, significa che ha la fiducia dell’istituzione che rappresenta. A questo punto occorrerebbe porsi due domande sul concetto di democrazia e rispetto della volontà popolare che permea l’Unione europea tutta.

Insieme a Oettinger

è arrivata poi la benedizione ufficiale da parte dei mercati: lo spread è calato bruscamente a 167 punti, mentre Piazza Affari ha registrato punteggi record, primeggiando in tutta Europa. Ora, qualcuno vorrebbe farci ingenuamente credere che “i mercati”, lungi dall’essere un leviatano hobbesiano, siano invece per la maggior parte composti da semplici risparmiatori. Una versione che suscita parecchie perplessità se proviamo a pensare che i risparmi in banca investiti in btp della signora Pina possano in qualche modo influenzare lo spread di un Paese da 60 milioni di abitanti.

La verità è che le vere fluttuazioni sui mercati finanziari sono dovute alle operazioni di grandi attori, che si dividono principalmente in due gruppi. Da una parte gli speculatori, un gruppo in cui rientrano anche le grandi assicurazioni e banche che utilizzano talvolta in maniera scellerata i risparmi dei clienti (si vedano i casi delle più recenti crisi bancarie italiane) e dall’altra le banche centrali. Verrebbe quindi naturale chiedersi come sia possibile che la Banca centrale europea che da circa cinque anni ha messo in atto un programma di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi membri, proprio per tutelare gli Stati dal rischio dell’esplosione del debito pubblico, permetta una tale oscillazione dello spread. Risulterebbe quindi piuttosto evidente che la Bce possa comprare i titoli italiani a seconda della simpatia verso il Governo di turno.

 

L’endorsement unificato del potere esecutivo europeo e della sua banca centrale verso il nuovo Governo italiano, alla luce di quanto successo invece lo scorso anno, non ci può che costringere ad un’amara riflessione sull’inutilità del voto dei cittadini rispetto ad attori di tal fatta.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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