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Con la scusa del virus vogliono invadere la sacralità della casa

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Arcuri: “le mura domestiche sono i principali focolai” (5.11.2020). Ed è proprio lì che, già da tempo, vogliono penetrare, in un modo o nell’altro: dentro le vostre case, varcando la soglia delle mura domestiche.

di Diego Fusaro

Con lo smart working già ci sono arrivati, invero: l’azienda entra nello spazio sacro dell’oikos, lo profana, e muta il tempo della vita in tempo del lavoro. Ma questo ancora non basta. Lo scopo ultimo è sopprimere la distinzione tra privato e pubblico, rendendo tutto economicamente “privato” – cioè sottoposto alle regole del mercato – e, insieme, politicamente pubblico, ossia controllato dal potere (e sottratto alla libertà dell’individuo).

Non solo, dunque, tracciabilità

sopra la pelle e sotto la pelle, ma anche abbattimento della distinzione tra vita privata e vita pubblica. Nulla deve rimanere indisponibile alla presa e al controllo panoptico del potere autoritario e incondizionato del nuovo ordine terapeutico.

Se la casa – come afferma Arcuri – diventa il principale spazio di diffusione del virus, va da sé che è nella casa che dovrà penetrare l’ordine disciplinare del controllo del virus e delle politiche: il logo unico terapeuticamente corretto dirà, more solito, che anche tale invasione, che scardina l’ultimo baluardo di resistenza al potere, è a fin di bene, perché volta a proteggere le vostre vite e a contenere la curva epidemiologica.

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