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La benzina sale a 2 euro, ma il Governo Conte non è in grado di replicare

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La settimana di Pasqua non ha avuto per il Governo Conte quell’effetto salvifico che ebbe in passato. Anzi, il processo di morte e resurrezione sembrerebbe essersi del tutto inceppato nel contesto politico italiano, considerate le ultime vicende che hanno coinvolto i principali esponenti del cosiddetto Governo del cambiamento.

E così ad un mese dalle elezioni europee l’esecutivo italiano pare essere entrato in crisi su questioni del tutto secondarie rispetto ai contenuti del famoso contratto di Governo.

Il decreto Salva Roma

Luigi Di Maio ospite della trasmissione Di Martedì

e le vicende giudiziarie del leghista Armando Siri sono infatti aspetti che possono far passare qualche ora di insonnia a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma non suscitano di certo la stessa attenzione da parte dell’italiano medio. Quest’ultimo si trova ora infatti alle prese con un gran bel grattacapo come l’ennesimo rincaro della benzina.

Nel mentre in cui Luigi Di Maio marinava un Consiglio dei Ministri per farsi intervistare da Giovanni Floris, il Presidente americano Donald Trump entrava infatti a gamba tesa nell’economia italiana senza incontrare alcuna resistenza.

Da un paio di giorni gli Stati Uniti

hanno infatti bloccato le ultime deroghe sulle sanzioni secondarie all’Iran. Si tratta del divieto americano per aziende terze di fare affari con la Repubblica Islamica. L’Italia era riuscita ad ottenere una deroga speciale che ora è scaduta. Le conseguenze? C’è il serio rischio di una drastica riduzione, se non eliminazione, delle importazioni di petrolio dall’Iran. Si legge su diversi portali d’informazione che

le annunciate sanzioni USA ai Paesi che importano petrolio dall’Iran (oltre all’Italia ci sono Cina, Corea del Sud, Grecia, Giappone, India, Taiwan e Turchia) hanno causato in un solo giorno un aumento del greggio del 2% che oggi viaggia sui 74,5 dollari al barile.

In allarme anche la Coldiretti che in una nota ha così fatto sapere

In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada l’aumento dei prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione.

Ecco che il prezzo della benzina

è iniziato subito ad aumentare, toccando punte di 2 euro al litro in alcune stazioni d rifornimento presenti lungo le autostrade italiane. Il blocco delle importazioni di petrolio dall’Iran si va così a sommare con gli effetti della crisi libica, anch’essa ancora irrisolta. Anche per la Libia l’Italia rappresenta ancora un importante cliente di petrolio, con circa 2,9 miliardi di euro di oro nero esportato ogni anno verso Roma. Si immagini come tale cifra possa cambiare qualora dovesse insediarsi a Tripoli un Governo non così accondiscendente verso l’Italia.

L’Italia sta dunque attraversando un burrascoso momento internazionale, ma, nonostante questo, il Governo del cambiamento sceglie di concentrare la sua attenzione sui dossier Siri e Salva Roma. Questione di priorità.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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