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L’Italia è un Paese normale nella corruzione: dati contro percezioni

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Il giornale dei padroni di Confindustria, l’oramai celeberrimo Sole24Ore, si chiede quando l’Italia diventerà finalmente un Paese normale. Il riferimento è all’uscita dei nuovi dati di Transparency International sulla corruzione nei vari Paesi del mondo.

Autore: Gilberto Trombetta

Corruzione percepita, ovviamente. Perché l’Italia, ogni volta che si parla di un indicatore basato sulla percezione, si piazza sempre tra gli ultimi posti. Corruzione, evasione e via dicendo. Non c’è da stupirsi.

D’altronde esiste nel Bel Paese una stampa dominante che da decenni porta avanti una narrazione palesemente anti-italiana, distorcendo fatti, omettendo dati, torturando a tal punto i numeri da fargli dire qualsiasi cosa appoggi la loro visione distorta del Paese e dei suoi abitanti.

Succede così che da anni tutti riportino i “dati” di questa classifica basata sulla percezione, in cui l’Italia – a detta dei suoi stessi abitanti – sarebbe uno dei Paesi più corrotti del pianeta. Probabilmente dell’intero sistema solare.

E però ogni volta che si passa dalla percezione ai dati, il quadro cambia drasticamente.

Infatti, nonostante quello che viene raccontato ogni giorno di ogni settimana di ogni anno, l’Italia in realtà è perfettamente in linea con gli altri Paesi sviluppati per quanto riguarda gli episodi di corruzione realmente vissuti, sia direttamente che indirettamente, dalle famiglie italiane.

Anzi, spesso si attesta al di sotto della media europea. Lo ha detto il report della Commissione Europea sulla corruzione. In cui viene fuori come solo il 6% delle famiglie italiane abbia vissuto direttamente un episodio di corruzione negli ultimi 12 mesi contro una media UE dell’8%. Media che sale al 9% per quanto riguarda gli episodi indiretti, ma contro una media UE del 12%.

Lo ha detto l’Eurispes nel suo libro “La corruzione tra realtà e rappresentazione. Ovvero: come si può alterare la reputazione di un Paese“. In cui viene fuori un dato reale perfettamente in linea con quelli della Commissione Europea: ovverosia che nonostante l’85% delle persone sia convinto di vivere in un Paese estremamente corrotto, quasi nessuno di questi abbia poi realmente mai vissuto un episodio di corruzione, sia direttamente che indirettamente.

Lo ha detto anche l’Istat, i cui dati – ancora una volta – fanno il paio con quelli delle altre pubblicazioni basate sui fatti e non sulla percezione.

Per di più, l’Istat ha sostenuto che solo il 7,9% delle famiglie dice di essere stata coinvolta almeno una volta nella loro vita in un episodio di corruzione. Percentuale che scende al 2,7% passando agli ultimi 3 anni e all’1,2% per quanto riguarda gli ultimi 12 mesi.

Ecco, la verità è che un Paese normale – almeno da questo punto di vista – l’Italia lo è da anni. Probabilmente lo è sempre stato. Torneremo a rendercene conto quando avremo una stampa normale, che non sente cioè la necessità di costruire costantemente narrazioni basate sul nulla solo per agire sul senso di colpa della popolazione.

Di modo che accetti passivamente – convinta di meritarselo – tutto quello che, chi da questa situazione ha tratto e sta traendo indebito vantaggio economico, ci sta facendo.

Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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