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Israele ha la licenza di cacciare i migranti

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Ci sono Paesi nel mondo che godono di particolari privilegi, tra questi vi è sicuramente Israele. 

Il Governo di Benjamin Netanyahu ha infatti resa ufficiale la cancellazione dell’intesa esistente con l’Unhcr, Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati. In ballo ci sono sedicimila richiedenti asilo in Israele che il Governo Netanyahu descrive senza tanti giri di parole come “spie”. Con la cancellazione dell’intesa il destino di quest’esercito di migranti diventa un mistero.

L’accordo prevedeva infatti il reinsediamento dei richiedenti asilo verso nazioni europee, tra cui Italia e Germania. Il secco no dei due Paesi ha però fatto fare un passo indietro a Netanyahu, che si dice comunque convinto nel suo piano di espulsione degli “infiltrati” dal suo Paese. La cancellazione dell’intesa è stata poi applaudita dal Ministro dell’Educazione Naftali Bennett perché sarebbe “stato troppo generoso per i richiedenti asilo” e avrebbe trasformato Israele

“in un paradiso per gli infiltrati”.

Ci sono Paesi che godono di particolari privilegi, avevamo detto. Israele ha infatti il “privilegio”, o meglio la “libertà”, di usare terminologia quale “spie” e “infiltrati” in riferimento a migranti generici, senza scandalizzare il buon gusto di nessun intellettuale. Israele ha il “privilegio” di stipulare un accordo con un’agenzia internazionale per il reinsediamento dei migranti in altri Paesi che già si sono fatti carico di un alto numero di richiedenti asilo.

Immaginiamo se il nostro Ministro dell’Educazione si fosse riferito ai migranti con i termini di “infiltrati” e “spie”.

Immaginiamo se il nostro Governo in carica descrivesse la situazione italiana come “paradiso per infiltrati”.

 

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