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Incendio della Cavallerizza a Torino: quando lo Stato si china all’occupazione abusiva

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Viviamo in una “democrazia” strana: siamo controllati in tutto, abbiamo un tetto per l’uso del contante, dobbiamo usare bancomat e carte di credito, abbiamo obblighi vari, etc. etc. Ci dicono che siamo “cittadini”, ma in realtà siamo sudditi sulla strada – già alquanto avanzata – di diventare schiavi e ovviamente “figli di un dio minore”.

di Piero Visani

Ci superano – un giorno sì e l’altro anche – gli “emarginati”, i “diseredati sociali”, quelli che possono fare tutto: spacciare droghe impunemente; non chiedere permessi (come dobbiamo fare noi tapini) ma prenderseli; occupare abusivamente luoghi, al limite dare loro fuoco quando non servono più.

Il controllo del territorio, di cui favoleggiano le forze di polizia, è in mano a questi “balordi”, che fanno tutto ciò che vogliono, con la complicità di molti. Del potere politico, innanzitutto, che lucra su certi loro incassi e sui fondi europei di sostegno a questi bei soggetti (“ce lo chiede l’Europa”), e di tutti quelli che preferiscono fare finta di non vedere (è più comodo e non comporta danni alla rispettabilità sociale e/o alla carriera).

Se vado in auto a 55 km/h dove dovrei andare a 50, vengo sanzionato, perché siamo in regime di “tolleranza zero” per noi sudditi innocui. Ma, se sono uno che, se sanzionato, potrebbe sparare addosso a chi lo sanziona, qualche occhio in più si chiude e devo dire che posso tranquillamente comprendere questo atteggiamento, perché significativo è il numero di arrestati dalle forze di sicurezza prontamente mandati liberi dalla magistratura.

Immagini dalla Cavallerizza occupata

Sono un cittadino di seconda classe

da quando avevo 14 anni e devo dire che la cosa non mi preoccupa più di tanto. Ho sempre pensato che la democrazia italiana fosse un sistema le cui funzioni sono basate sulla più macroscopica delle finzioni, ma, ad esempio, vedo che tanti prelievi di denaro – il canone televisivo, per non citarne che uno – mi vengono fatti a forza, mentre vedo che altri possono prelevare corrente elettrica e molte altre cose a costo zero, per loro.

Se poi, nel corso di tali prelievi, si incendia un complesso architettonico che era “patrimonio dell’umanità” per l’Unesco, io ho solo il diritto di tacere e di non protestare contro una gestione cittadina preoccupata di concedere sempre nuovi spazi a varie forme di delinquenza (secondo la logica, da me descritta giorni fa, per cui il passaggio da “grilli” a “grillitalpa” è facilissimo).

Come abitante del circondario torinese, in cambio, potrò entrare nella ZTL cittadina solo per pochissime ore al giorno e ovviamente a pagamento. Il mio limite, ciò che mi fa mancare un pieno diritto di cittadinanza, è che non sono – ancora- un criminale. Però, siccome sono un attento lettore della realtà, posso dire che il sistema di potere locale almeno delle buone dritte perché io possa godere di un futuro più felice me le sta dando.

P.S.: Da decenni, mi rifiuto di partecipare a qualsiasi tipo di discussione su questo tipo di tematiche. Non ha senso, infatti, che io faccia la comparsa in farsacce quando vivo immerso in tragedie procurate. Mi chiamo fuori e non spreco fiato a dibattere con i molto tardivi apologeti di un sistema totalmente indifendibile.

 

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