Lascia davvero esterrefatti leggere dell’ispezione in corso della Guardia di Finanza all’Ilva.
Autore: Giuseppe Masala
Da quello che si apprende proprio sull’Ilva, i militari starebbero indagando sul fatto che l’azienda comprasse a prezzi maggiorati le materie prime di lavorazione (non è chiaro se attraverso intermediari situati in paradisi fiscali, chiaro segno questo della costituzione di fondi neri) e svendeva il prodotto finito a prezzi stracciati ad aziende del gruppo Arcelor-Mittal.
Sulla scorta di queste sole notizie credo che il Governo dovrebbe interrompere qualsiasi contatto con l’azienda franco-indiana perché non ci sono le condizioni minime per parlare. Uno Stato democratico non parla con dei banditi.
Bisognerebbe aprire oltretutto una riflessione più amplia,
innanzitutto sulla qualità dell’informazione fornita dai nostri mass media che da giorni urlano che l’Ilva non si può nazionalizzare “perché perde soldi”. Bene, ora sappiamo perché perde soldi: non perché non crei valore aggiunto, ma perché il management agiva affinché nel bilancio questo valore aggiunto non fosse posto in evidenza come imposto dal Codice Civile e dalle leggi Tributarie (sto usando un garbato eufemismo).
Qualunque ragioniere sa che soprattutto quando si parla di grosse aziende, collegate a grandi gruppi che sono dei reticoli di società, si generano dei trasferimenti infra-gruppo la cui contabilizzazione nei libri lascia il tempo che trova. Sarebbe bene che i giornalisti prima di parlare a vanvera di perdite si informassero in tema di contabilità perché i bilanci non sono le tavole della legge del Monte Sinai.
Altro tema fondamentale sul quale bisognerebbe riflettere, partendo dal caso Ilva, è l’attività dei troppo mitizzati “investitori internazionali“,
troppo spesso dei banditi dediti al saccheggio del tessuto industriale italiano (e speriamo non finanziario, visto che ormai gli stranieri hanno messo sotto assedio le nostre banche).
Infine bisogna domandarsi che cavolo fanno i nostri politici. Per esempio chi ha ceduto l’Ilva a dei banditi stranieri (tali sono) sono degli sprovveduti o c’è dell’altro? Da strani scambi di battute tra chi all’epoca gestì la gara (Renzi e Calenda) il sospetto è legittimo.
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