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Il dramma dell’euro dalla sua nascita fino ad oggi

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di Giuseppe Masala

Il mondo procede soltanto per mezzo del Malinteso. È per mezzo del Malinteso universale che tutti si mettono d’accordo.
Perché se, sfortunatamente, ci si comprendesse, non ci si potrebbe mai mettere d’accordo.

Charles Baudelaire

Il Sogno di una Europa Solidale grazie all’Euro

“Vogliamo l’Euro perché così finalmente risolveremo il nostro problema di inferiore competitività rispetto ai tedeschi e le conseguenti criticità in materia di conti con l’estero. Per ottenere questo risultato dovremmo cedere l’arma che attutisce i nostri problemi: il potere di svalutare la nostra moneta rispetto al Marco”. Questo pensavano i governanti di paesi come l’Italia, la Grecia, la Francia e la Spagna.

Entriamo nell’Euro e dormiamo sugli allori

Dal 2000 al 2009 le cose sembrano andare bene. Noi italiani finalmente non dobbiamo più preoccuparci dei nostri squilibri di Bilancia Commerciale e dei Saldi di Partite Correnti. Per anni accumulammo passivi di Bilancia Commerciale e di Saldo delle P. Correnti che si trasformarono in un -25% di Pil di passivo di Posizione Finanziaria Netta sull’Estero. “Ma intanto l’Estero non esiste più: Siamo tutti Europei” è il mantra. “Che bella la vita senza dover pensare agli squilibri delle Partite Correnti. Anzi, vi dirò cari amici, mi sono dimenticato anche la definizione di Partite Correnti”.

Il Dramma

Con la Crisi finanziaria nata nel 2008 e che imperversa anche in Europa scoprimmo che i conti con l’Estero continuavano ad essere centrali per impostare una corretta politica economica. In particolare a partire dal 2011 vedemmo paesi in squilibrio strutturale che videro defluire enormi flussi finanziari dai loro sistemi paesi con conseguente crollo del sistema bancario nazionale.

Mario Draghi insieme a Mario Monti

La Germania non volle sentire parlare di solidarietà intraeuropea e dunque rifiutò l’ipotesi di istituire i cosiddetti eurobond e impose piani draconiani di aggiustamento strutturale dei conti con l’estero. Segnatamente questo accadde in Irlanda, in Spagna e in Grecia (paesi per altro ben lungi dall’aver trovato un equilibrio sostenibile ancora oggi). L’Italia vide arrivare Mario Monti che agì in maniera spietata sotto questo frangente con un piano di austerità che comunque ha riportato in forte attivo Bilancia Commerciale e Saldo Partite Correnti e in sostanziale pareggio la Posizione Finanziaria Netta sull’estero. Tutto questo a fronte di un enorme aumento della popolazione sotto i livelli di povertà relativa e assoluta, un aumento della disoccupazione e un aumento delle crisi aziendali e bancarie.

Parafrasando Baudelaire possiamo dire che l’Euro è nato per mezzo del Malinteso Universale. Alcuni paesi credevano che l’Euro nascesse sotto il segno della cooperazione e della solidarietà e che dunque mai più avrebbero dovuto preoccuparsi dei loro squilibri dei conti con l’estero. Altri come la Germania credevano che con l’Euro comunque nessuno avrebbe potuto pretendere che paesi in deficit strutturale fossero assistiti sine die dai paesi in surplus e che l’Euro anzi nascesse sotto la stella della competitività.

La crisi del 2008 ha svelato chi avesse ragione.

 

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