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Il GP: da provvedimento grezzo ad antidoto del dibattito critico

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Quando, ad inizio agosto, la questione del GP ha cominciato ad attrarre l’attenzione di alcuni, si trattava primariamente di un’allerta legata ad un gesto scientificamente ‘grezzo’ (autoritario, tranchant, privo di una casistica sensata) imposto con motivazioni flebili.

di Andrea Zhok

Si imponeva de facto un trattamento sanitario anche a persone che non ne avevano bisogno e lo si faceva con ragioni che non stavano in piedi (non c’era nessuna ‘emergenza novax’). Da allora, per chi è stato sensibile a quella prima allerta, e si è perciò trovato dal lato minoritario della barricata, le cose sono cambiate.

Chi si è trovato dal lato della minoranza dei diffidenti ha scoperto cosa vuol dire trovarsi contro un blocco uniforme in cui tutti i principali poteri si davano man forte: governo e parlamento, Confindustria e giornali, talk show ed esperti a gettone, magistratura e vertici della Sanità, tutti schierati su un’unica linea.

Questa, per chi l’ha vissuta, è stata ed è un’esperienza unica e traumatica, perché questo tipo di uniformità si era finora vista solo in occasione di clamorosi eventi di aggressione esterna, che avevano suscitato orrore mondiale, tipo gli attentati dell’11 settembre o del Bataclan.

Ora, questo medesimo livello di uniformazione, che di fatto ha esercitato ed esercita censure e distorsioni sistematiche, che ha prodotto sanzioni e campagne di discredito, e che impedisce l’esistenza di un dibattito pubblico equanime, questo aveva luogo su di un oggetto di discussione (una norma pensata come ‘nudge’) che va considerato come intervento discutibile.

Ecco, io credo che questo passaggio di qualità nel funzionamento della nostra democrazia sia il nucleo di ogni discussione politica futura. Alle soglie dell’implementazione del PNRR, che dichiara di voler stravolgere (a fin di bene, ça va sans dire) il tessuto nazionale, introducendo massive forme di digitalizzazione e non solo.

Riformando il diritto del lavoro, l’organizzazione di scuola e università, ecc.  comprendere come esista un blocco di interessi capace di muovere in quasi perfetta compattezza tutte le leve di potere nazionale, questa è un’illuminazione unica.

Se in passato, per inerzia, per quieto vivere, per “delega agli esperti” si è immaginato che, insomma, ci si doveva/poteva fidare, ora questo non è proprio più possibile.

Ora sappiamo che senza una ferrea sorveglianza critica, senza una nuova partecipazione diffidente e senza la disponibilità a lottare, qualunque cosa, letteralmente qualunque, potrà essere fatta passare su di noi, contro di noi, senza che nessun meccanismo ‘istituzionale’ di resistenza si attivi.
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