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In Yemen continua il massacro ad opera saudita, parola degli attivisti

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Decine di migliaia di persone sono state uccise mentre la brutale guerra nello Yemen entra nel suo sesto anno senza che se ne veda la fine.

di Sondoss Al Asaad

Le bombe saudite lanciate durante incursioni aeree hanno ucciso o ferito migliaia di bambini, che sono anche sull’orlo della fame in una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo. Tuttavia, la coraggiosa resistenza di 5 anni della popolazione yemenita contro gli Stati Uniti, il regime sionista, i nemici britannici e sauditi e degli Emirati Arabi Uniti ha presentato al mondo un modello di fermezza contro l’oppressione e i poteri arroganti. Per approfondire questa guerra aggressiva Mirat Al Jazeera ha intervistato gli attivisti Randi Nord e Carla Ortiz.

Randi Nord è una giornalista americana

indipendente e co-fondatrice di Geopolitics Alert, dove copre la politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente, con particolare attenzione allo Yemen. Nord ritiene che i media occidentali tendano a oscurare il fatto che il governo guidato da Ansarullah controlla le aree più popolate dello Yemen o implica che lo facciano con la forza e le minacce di violenza. La verità è che Ansarullah non sarebbe mai stato in grado di mantenere il potere così a lungo senza la volontà della gente.

La Nord aggiunge che il presidente Saleh al-Sammad è stato un eccellente diplomatico che ha trascorso molto tempo a contattare i leader tribali e ad ascoltare le loro preoccupazioni nelle aree più povere dello Yemen come Hodeidah, dove la maggior parte delle persone non ha nemmeno acqua corrente o elettricità.

Ha fatto del suo meglio per sollevare la società yemenita e questo è continuato sotto il presidente Mahdi al-Mashat con il piano Yemen Vision 2030. Tutto il successo di Ansarullah deriva dal suo supporto di base. Ecco perché, conclude Nord, sono stati in grado di costruire anche la tecnologia militare e i sistemi di difesa dello Yemen.

La coalizione guidata dai sauditi

Riyadh, in particolare, si aggrappa alla sua campagna di attacco aereo e prende di mira i civili, a suo avviso, perché questa è stata la sua strategia durante l’intera guerra e non ha alcun supporto sul campo.

Anche nelle province meridionali dove la coalizione saudita ha istituito la sua capitale improvvisata, gli Emirati Arabi Uniti sono i veri protagonisti del potere. Violenza e terrore è tutto ciò che hanno i sauditi.

La Nord continua affermando che il gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha concluso nel 2018 che l’uso da parte della coalizione di armi di precisione intelligenti ha dimostrato che stava prendendo di mira intenzionalmente i civili. La coalizione crede che terrorizzando i civili possa indurre il pubblico a rivoltarsi contro Ansarullah.

Chiede:

I sauditi credono che questa strategia funzionerà perché usano la violenza e il terrore per governare la loro popolazione a casa, quindi perché non fare lo stesso all’estero?

La famiglia reale saudita

Il blocco ha completamente devastato

ogni aspetto della società yemenita, secondo la giornalista statunitense. Il sistema sanitario non può funzionare. Gli ospedali sono stati costretti a chiudere. I lavoratori del settore pubblico, che nello Yemen comprendono infermieri, insegnanti, ingegneri e operatori sanitari, hanno dovuto cercare fonti di reddito alternative perché non vi sono stipendi.

Secondo le Nazioni Unite, un bambino muore ogni dieci minuti e 22 milioni di yemeniti (su 29 milioni) richiedono urgenti aiuti umanitari.

Nord sostiene che l’Arabia Saudita ha usato il blocco per trasformare carestie e malattie in armi. Nel 2017, lo Yemen ha sofferto di un focolaio di colera senza precedenti a livello mondiale che ha colpito oltre un milione di persone e ne ha ucciso migliaia. Le malattie medievali sono tornate.

Per finire, aggiunge, il blocco marittimo dà a Riyadh il via libera per limitare il flusso di importazioni e aiuti nel Paese.

È comune per l’Arabia Saudita

impedire alle navi di attraccare a Hodeidah per scaricare gli aiuti anche dopo che i sauditi hanno ispezionato le navi stesse. Tutto questo fa parte della loro strategia per soffocare la società yemenita e deteriorare le condizioni materiali per la classe media yemenita nella speranza che si rivolti contro Ansarullah.

Infine, la Nord ha osservato a Mirat Al Jazeera che gli Emirati Arabi Uniti sono in guerra con l’Arabia Saudita, suo partner di coalizione, nelle province meridionali dello Yemen. Non molto tempo fa, i due si sono quasi affrontati per il controllo di Socotra e gli scontri tra i mercenari di ogni Paese sono comuni in Aden.

Sono convinta che gli Emirati Arabi Uniti vogliano incorporare la Socotra negli Emirati. Hanno già collaborato con gli Stati Uniti per aprirvi piste di atterraggio e basi militari.

Da parte sua, Carla Ortiz un’attrice boliviana,

filantropa e attivista che sostiene la resistenza del popolo yemenita contro l’aggressione, afferma che ci sono stati troppi giocatori e l’impatto di tutti i grandi imperi che recitano ruoli specifici hanno in qualche modo spinto gli yemeniti a combattere e a rafforzarsi.

Abbiamo visto un popolo molto ostinato e determinato proteggere e difendere la propria gente con dignità. È stato così straziante vedere i bambini morire ogni 7 minuti a causa di malattie curabili, di fame o semplicemente per mancanza di acqua pulita.

Ortiz ritiene che Ansarullah sia un potente polo di resistenza nella regione, sia diventata una minaccia militare e di conseguenza eserciti anche un’influenza sul potere tecnologico dell’Arabia Saudita.

Continua:

Questa guerra di 5 anni ha fatto del male allo Yemen ed alla sua gente in tutti i modi possibili. Quindi, Ansarullah ha allineato i propri obiettivi rivoluzionari, con le richieste fondamentali del popolo yemenita e la sua opposizione a qualsiasi intervento straniero, specialmente dell’Arabia Saudita.

Ora la comunità internazionale comprende che forse il modo più efficace per avere la pace e porre fine alla guerra in Yemen è attraverso dei colloqui di pace tra Arabia Saudita e Ansarullah.

Nello stesso contesto

Ortiz avverte che le operazioni di resistenza dello Yemen hanno causato enormi danni all’economia e all’industria petrolifera dell’Arabia Saudita.

Penso che sia stato calcolato che l’Arabia Saudita abbia tagliato le esportazioni di oltre 5 milioni di barili di petrolio raffinato. Solo questo dovrebbe portare sul tavolo entrambe gli oppositori così da cercare una soluzione più veloce per tutte le parti.

Secondo la Ortiz, gli Stati Uniti non dovrebbero essere coinvolti in questo tipo di guerre e la loro gente ha chiesto di fermarla. La guerra nello Yemen è stata messa a tacere per bene dai nostri media occidentali e scoprire un tale coinvolgimento diretto ha trasformato lo Yemen e le vittime innocenti in una priorità.

Gli attacchi aerei per ritorsione dell’Arabia Saudita

hanno portato alla perdita di così tante vite innocenti, in particolare bambini e civili che finiscono presi nel fuoco incrociato, osserva la Ortiz. E aggiunge:

È pazzesco vedere quanta parte della loro infrastruttura è stata distrutta insieme a scuole, ospedali, università e migliaia di vite. È straziante, non importa da quale parte del conflitto siete: i bambini non dovrebbero mai essere vittime.

La Ortiz sottolinea che è frustrante vedere l’ipocrisia della comunità internazionale su questo blocco.

Onestamente credo che la resilienza delle persone li abbia spinti alla modalità di sopravvivenza. Comunico ancora con molti di loro e posso dirti che sono riusciti a mantenere intatta la loro dignità e patriottismo, indipendentemente dalla condizione disumana in cui vivono

commenta.

Dubita di una prossima riapertura dell’aeroporto internazionale di Sana’a e per quanto riguarda il ritiro dallo Yemen dei mercenari pro-coalizione, la Ortiz spera che ciò possa aiutare alcune persone della zona a vivere giorni migliori nel prossimo futuro.

Possa la pace arrivare presto con la fine della guerra”, prega la Ortiz.

 

Traduzione a cura di Costantino Ceoldo

 

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