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Stati canaglia contro mondo “libero”

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Siria, Venezuela, Corea del Nord, Iran e Russia. I cinque Stati inaccettabili per il “mondo libero”. Giornalisti e opinionisti dell’emisfero occidentale sprecano carta e inchiostro per ingiuriare i cinque “rogue state” (“stati canaglia”). Autocratici, oppressori, tiranni, libertidici e assassini. Dalla carta stampata alla politica, passando per la società civile l’opinione del mondo occidentale è pressoché unanime nel dare un giudizio in assoluto negativo di questi cinque Paesi. Per il mondo liberal capitalista c’è solo una soluzione. Normalizzare questi deviati. Con le buone o con le cattive.

Il trapianto di democrazia

Tale processo di normalizzazione, altro non significa che destituire un Governo o Presidente legittimo e in carica. Fomentare e armare con discrezione il fronte dell’opposizione (opposizione che è presente in qualsiasi sistema democratico o meno). Diffondere notizie false su presunti attacchi del Governo contro la popolazione. Ottenere una legittimazione internazionale ad un intervento armato. Procedere materialmente all’invasione militare del Paese. Creare infine un sistema “democratico” con “elezioni libere” che in realtà andrà a favorire settarismo e guerra civile. Senza un controllo centrale del Paese, le risorse e le infrastrutture saranno così comprate (o meglio saccheggiate) da imprese straniere. Un piano già collaudato nella storia recente.

Così tassello dopo tassello tutti i Paesi che hanno osteggiato il liberal capitalismo, che ha il suo centro politico a Washington e economico a Wall Street, hanno subito questo destino. Serbia, Afghanistan, Iraq e Libia. Quattro paesi crollati sotto le bombe umanitarie. La nuova amministrazione americana ha intenzione di concludere l’opera.

Il destino segnato della Siria

La Siria di Assad, fulgido esempio di laicità e tolleranza religiosa, lascerà spazio a uno Stato frammentato, settario e fondamentalista. La Siria di Assad ha resistito eroicamente per sei anni ad un attacco militare e mediatico globale. Non resisterà ancora a lungo. Lo squadrone di Trump, composto da persone dalla dubbia stabilità mentale come James “mad dog” Mattis Segretario alla Difesa, ha poi nel mirino Venezuela e Corea del Nord.

L’hitlerizzazione dei Presidenti

I media hanno già hitlerizzato Maduro e Kim Jong Un. Media pagati e asserviti al liberal capitalismo blaterano di corruzione interna e di dittature sanguinarie. Analisi spiccie che volutamente non prendono in considerazione aspetti macro. Pochi ricordano che il Venezuela è da anni nella morsa delle inique sanzioni economiche americane che impediscono al Paese di utilizzare la tecnologia adatta per una migliore estrazione del petrolio.

A ciò si aggiunga la caduta del prezzo del greggio, che non è assolutamente dovuta alla gestione Maduro, ma al livello di produzione internazionale. Anche il primo somaro di un corso base di economia arriva a comprendere ciò. Tanto che i Paesi dell’OPEC hanno deciso di tagliare la produzione proprio per rilanciare il prezzo del greggio. Guarda caso il prezzo del petrolio così basso favorisce i grandi importatori, come appunto gli Stati Uniti. D’altra parte la Corea del Nord è ormai circondata dal dispiegamento di forze navali americane. Kim Jong è ormai isolato anche dalla stessa Cina, le cui mire economiche globaliste hanno tradito il mandato di un Partito che di Comunista ha ormai solo il nome.

Guerra totale a Iran e Russia

Infine sarà il turno dell’Iran e della Russia. Nemici storici di Washington. L’Iran secondo l’opinione pubblica manipolata ad hoc da giornali e politici è “Stato sponsor di terrorismo”. In realtà mai ci fu un attentato in occidente rivendicato dall’Iran. Mai nessun rappresentante della Repubblica Islamica ha minacciato di aggressione Stati dell’emisfero liberal capitalista.

Ora l’Iran, come il Venezuela, è massacrato dalle sanzioni americane e non ha la possibilità di utilizzare la tecnologia adeguata per una corretta estrazione del greggio. L’Iran è poi a rischio di una crisi idrica senza precedenti che colpirà il sud del Mar Caspio. Elementi che fanno presagire un conflitto sociale interno al Paese. Il primo passo di una destabilizzazione totale dell’Iran. La Russia sarà invece l’ultimo ostacolo per il sogno di espansione globale di Washington e Wall Street. Più difficile in questo caso attuare il classico schema di destabilizzazione interna, visto il largo consenso di cui gode Putin tra la popolazione.

Potrà dunque essere questo il caso di un conflitto atomico, più volte minacciato nel corso della Guerra Fredda, ma mai attuato. La storia ci insegna poi che finora l’unico ordine d’utilizzo dell’atomica è arrivato da Washington. Il criminale e insensato attacco che ha raso al suolo Hiroshima e Nagasaki insieme ai civili che ivi pacificamente abitavano. Gli Stati Uniti dunque non si potrebbero fare troppi problemi  a levare di torno lo scomodo gigante euro asiatico. “È divertente uccidere delle persone ogni tanto”, frase pronunciata da James Mattis, il Segratario alla Difesa USA, in riferimento all’uccisione di civili afghani. Di fronte a squilibrati del genere non possiamo altro che fare il tifo per gli stati canaglia. Siria, Venezuela, Corea del Nord, Iran e Russia resistete.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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