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La necessità di una internet sovrana per la Russia e non solo

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Il termine Nomos è stato introdotto nella scienza politica moderna dal giurista tedesco Carl Schmitt. La parola aveva diversi significati nell’antica Grecia, tra cui “legge” o “costume”.

di Leonid Savin (traduzione a cura di Costantino Ceoldo)

Era anche un’unità territoriale amministrativa (divisa in nomoi). Carl Schmitt lo usò per indicare il principio di organizzazione dello spazio. E con l’avvento del cyberspazio, vale la pena pensare alla divisione di questo particolare territorio, dato che esistono già confini marittimi, aerei e terrestri. Lo spazio è unico perché creato dall’uomo, può essere modificato e non ha confini chiari.

Sebbene sia possibile chiarire la giurisdizione sull’infrastruttura utilizzata per il World Wide Web, non esistono ancora regole riconosciute a livello internazionale che regolino il comportamento nel cyberspazio stesso.

Questo preambolo è necessario per una comprensione più adeguata dello stato attuale di Internet e degli eventi recenti ad esso correlati.

Primo:

i test per rendere autonoma l’infrastruttura della Russia. Nonostante le dichiarazioni audaci della stampa occidentale sulla Russia che cerca di disconnettersi dall’Internet globale, non ci sono stati movimenti in questa direzione. Test simili sono stati condotti in passato e non hanno avuto assolutamente alcun effetto sul funzionamento di Internet, per la maggior parte degli utenti di Internet, in ogni caso.

Ciò attesta l’efficacia delle misure progettate per garantire il regolare funzionamento di Internet in Russia in caso di attacchi informatici sistemici o relative decisioni politiche dirette contro la Russia da Paesi con un chiaro vantaggio nella gestione del cyberspazio.

Secondo: la minaccia di questi attacchi informatici. I funzionari del Pentagono hanno parlato pubblicamente di operazioni offensive nel cyberspazio a febbraio 2019. Nello stesso mese, il Cyber ​​Command degli Stati Uniti ha confermato che i suoi specialisti avevano effettuato un attacco informatico contro le infrastrutture russe.

Nel dicembre 2019

nel frattempo, il capo del Cyber ​​Command ha dichiarato ancora una volta che, per evitare interferenze nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2020, sarebbero stati condotti altri attacchi informatici contro la Federazione russa. Nella lingua asciutta del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è “quando autorizzato, intervenire per interrompere o degradare la capacità degli attori informatici di stato nazione maliziosi di interferire nelle elezioni statunitensi”.

Il generale Paul Nakasone fece notare che il Cyber Command avrebbe preso di mira “alti dirigenti ed élite russe, sebbene probabilmente non il presidente Vladimir Putin, cosa che sarebbe stata considerata troppo provocatoria”.

Un articolo del Washington Post

affermava che l’obiettivo sarebbero stati “dati personali sensibili” che potrebbero essere di qualche valore. E potrebbero non essere solo dati personali. Le capacità del Cyber Command americano, della CIA, della National Security Agency e di altre organizzazioni che sviluppano e utilizzano strumenti informatici per vari scopi, vengono costantemente migliorate. Il budget aumenta ogni anno, vengono istituiti nuovi dipartimenti e centri e vengono organizzati concorsi ed eventi specializzati per reclutare hacker promettenti.

Terzo, e direttamente correlato ai due punti precedenti: i metodi di guerra delle informazioni utilizzati nel cyberspazio. Le principali aziende tecnologiche statunitensi i cui prodotti sono disponibili sul mercato globale lavorano a stretto contatto con la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato USA, soddisfacendone tutti i requisiti politici.

Il blocco di pagine sui social media, la creazione di una modalità invisibile per i post su Internet in contrasto con le ideologie del governo degli Stati Uniti e persino l’eliminazione di account sono tutti diventati il tipo di norma che il vostro americano medio non avrebbe mai sognato.

Il fatto è che i social media negli Stati Uniti

sono stati a lungo utilizzati per la pubblicità. Ciò riguarda principalmente Facebook, che ne ricava molti soldi. Ma Facebook ha recentemente iniziato a bloccare e persino a rimuovere le pubblicità. Messa in un altro modo, si prende i soldi senza fornire il servizio. Ciò ha comportato la presentazione di una serie di azioni legali contro Facebook. Mentre è possibile chiedere un risarcimento negli Stati Uniti o avviare un dibattito pubblico sull’illegalità di tali metodi, ciò è praticamente impossibile per le persone che vivono in altri Paesi.

Osservando i cluster regionali, è possibile vedere che i blackout sono motivati ​​politicamente. Prendiamo ad esempio la Georgia, dove centinaia di pagine di Facebook relative al governo del Paese sono state recentemente eliminate. Solo il 20 dicembre, secondo una dichiarazione di Nathaniel Gleicher, Capo della Politica di Sicurezza Facebook, la società ha rimosso 39 account, 344 pagine, 13 gruppi di Facebook e 22 account Instagram.

Erano tutti registrati in Georgia, quindi non avevano nulla a che fare con account falsi. Facebook era semplicemente confuso dal solito tipo di informazioni relative agli eventi politici locali che venivano diffuse su queste pagine.

Facebook ha rimosso

anche 610 account, 89 pagine e 156 gruppi in Vietnam e negli Stati Uniti.

Tuttavia, l’Agenzia Statunitense per i Media Globali (nota per il suo progetto Radio Liberty / Radio Free Europe) diffonde sistematicamente notizie false, oltre a finanziare e formare i suoi agenti all’estero per generare propaganda a un nuovo livello e perseguire la politica estera degli Stati Uniti attraverso i media regionali. C’è una mappa sul vecchio sito web dell’agenzia che mostra la posizione dei suoi uffici nel mondo, una chiara indicazione di quali Paesi copre.

Nel 2019, l’agenzia ha lanciato un progetto di modernizzazione che sembra coinvolgere anche la collaborazione con altre società statunitensi, le cui conseguenze possiamo vedere nelle purghe informative mirate in tutto il mondo.

Non siamo così ingenui

da presumere che tutto si risolverà da solo o che il problema verrà risolto pacificamente dal Forum delle Nazioni Unite per l’amministrazione di Internet. L’Occidente e in particolare gli Stati Uniti, vedono Internet come una nuova frontiera che deve ancora essere conquistata. I pionieri della frontiera informatica rappresentata dal Cyber ​​Command degli Stati Uniti e gli hacker ivi assunti cercheranno di controllare questo nuovo Nomos sia legalmente che attraverso operazioni segrete per introdurre spyware, crawler Web e scanner Internet.

Con questo in mente, testare la possibilità di una Internet sovrana è una questione di fondamentale importanza che combina questioni di sicurezza nazionale, prestazioni di infrastrutture critiche, lotta alla propaganda negativa (non necessariamente solo di natura politica ma anche culturale, che potrebbe tuttavia avere implicazioni di vasta portata – esplosioni di strane mode tra i giovani, ad esempio, che non si adattano ai modelli sociali di comportamento e spesso hanno una certa illegalità nei loro confronti) e la prestazione adeguata del proprio spazio mediatico.

 

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