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Ecco le condizioni dell’Iran per tornare al dialogo con l’Occidente

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Il rapporto sempre difficile tra Iran e mondo occidentale è sembrato improvvisamente virare al meglio dopo la firma dell’accordo sul nucleare.

di Costantino Ceoldo

Il JCPOA impegnava esplicitamente Teheran ad un nucleare puramente pacifico con delle limitazioni anche sull’arsenale missilistico convenzionale, come è emerso chiaramente poco dopo la firma del trattato.

L’accordo prometteva molto in termini di scambio di tecnologie e investimenti stranieri, malgrado le nuove sanzioni economiche che l’America di Obama aveva imposto già all’indomani della firma. A molti è sembrato, tuttavia, che fosse proprio questa la strada corretta, l’unica, per normalizzare i rapporti tra la Repubblica Islamica dell’Iran, Stati Uniti ed Europa.

Purtroppo, il ritiro unilaterale dal Trattato deciso dal Presidente Trump ha fatto naufragare completamente il sogno del JCPOA. L’eliminazione del generale Soleimani in un attacco con droni ordinato dagli americani ha posto poi la pietra tombale sui rapporti tra Teheran e Washington, almeno durante la presidenza di The Donald.

Con la denuncia del Trattato

da parte americana e lo scadere dell’embargo internazionale sulle armi, l’Iran ha ritenuto di avere mano libera nel decidere il proprio futuro ma l’assassinio avvenuto pochi giorni fa di Mohsen Fakhrizadeh, uno scienziato di punta del programma nucleare iraniano, ha riaperto la stagione delle uccisioni mirate compiute da potenze straniere contro la nazione iraniana, le cui personalità più importanti sono ritornate ad essere prede da cacciare ed eliminare.

Il mondo ha prestato ben poca attenzione a tutto questo, reagendo distratto a chi sottolineava la pericolosità di un approccio che si fa beffe del diritto internazionale e trasforma una nazione sovrana in un territorio di caccia libera.

È evidente tuttavia che gli iraniani hanno una visione dolorosamente diversa del problema.

Pooya Mirzaei è redattore capo della rivista Political Economy Journal

e direttore generale di Nournews English. È un profondo conoscitore delle dinamiche geopolitiche del Medio Oriente ed ha acconsentito di rispondere ad alcune nostre domande su questi nuovi, inquietanti, accadimenti.

D) Quale dialogo è realisticamente possibile con Washington dopo il ritiro unilaterale di Trump dall’accordo nucleare? In particolare, esiste ancora il JCPOA per Teheran?

Nel mondo della politica tutto è possibile, a condizione di garantire e assicurare l’interesse nazionale. Se lei intende che negoziare con Washington è il ritorno degli Stati Uniti al JCPOA, va detto che non c’è bisogno di rinegoziare e la procedura è chiara.

Ciò significa che se gli Stati Uniti fossero veramente onesti, mentre compensano il danno inflitto all’Iran a seguito del ritiro unilaterale di Trump dal JCPOA, revocherebbero tutte le sanzioni [contro l’Iran], consegnerebbero gli autori dell’assassinio del generale Soleimani e di Haj Abu Mahdi al-Mohandas e fornirebbero forti garanzie legali ed esecutive per la sopravvivenza del JCPOA e l’adempimento dei suoi obblighi.

Si può tornare al tavolo dello stesso accordo firmato nel 2015. Ma se lei intende invece il negoziare nuovi aspetti, [allora] nessuno dotato di buon senso seguirebbe di nuovo un’esperienza fallita con un governo che mente facilmente e non tiene fede agli accordi scritti.

D) La diplomazia tra Washington e Pyongyang ha chiarito che missili e bombe nucleari fanno la differenza. Teheran rischia di ritrovarsi completamente indifesa se accetta le sempre nuove condizioni richieste dagli americani?

L’Iran ha dimostrato di essersi sempre impegnato a rispettare tutti gli standard internazionali e il proseguo dell’Iran nel JCPOA è una chiara indicazione di questa affermazione, nonostante il ritiro degli Stati Uniti da esso e la mancanza di impegno degli europei. D’altra parte, gli Stati Uniti hanno sempre dimostrato di non avere onestà nel linguaggio e nel comportamento.

Nel suo cammino, l’Iran si è fidato dell’Occidente e ha scelto la via della collaborazione, ma gli Stati Uniti e l’Europa hanno tradito questa fiducia. Il modello nordcoreano ha mostrato come trattare un gran bugiardo come gli Stati Uniti. Naturalmente, l’Iran ha mantenuto i suoi elementi deterrenti in conformità con le usanze e gli standard internazionali per tutto questo tempo, nonostante le molte sanzioni ed è per questo che gli Stati Uniti non osano fare errori.

Così, anche se vengono fornite tutte le condizioni per una rinegoziazione, l’Iran non farà certamente marcia indietro né negozierà alcuna linea rossa e i suoi elementi di deterrenza, in particolare il suo pacifico programma missilistico.

D) L’Occidente sta con Tel-Aviv e ignora i palestinesi: che cos’è lo stato ebraico per Teheran?

Questa domanda mostra che anche lei ha capito la natura delle differenze dell’Occidente con l’Iran. In altre parole, ciò che l’Occidente vuole esattamente dall’Iran non è altro che la completa dipendenza e rinuncia alle sue proprie convinzioni, perché sa che l’Iran ha un problema con la natura dell’occupazione, dell’aggressione, della coercizione, del crimine ecc.

Nessun accordo può essere raggiunto fintanto che questi fattori esistono nel quadro delle politiche sioniste occidentali. Pertanto, il sionismo e gli Stati Uniti, come suoi sostenitori, non si accontenteranno di nient’altro che della distruzione dell’Iran e degli iraniani, come se, nonostante il compromesso di alcuni gruppi [interni], Israele non continuasse a opprimere ed uccidere i palestinesi.

D) La morte di Mohsen Fakhrizadeh è stata facilmente attribuita ad Israele, ossessionata dalla possibilità che Teheran ottenga armi atomiche. È possibile un’intesa con Tel-Aviv o l’unica cosa che unisce Israele ed Iran è l’abisso che li separa?

Il martire Mohsen Fakhrizadeh era uno scienziato e una figura completamente scientifica, che ha reso molti servizi al popolo iraniano in vari campi, ma i media sionisti lo hanno falsamente presentato come direttore della produzione di armi nucleari e del progetto nucleare militare. Come ho detto prima, l’Iran non solo aderisce agli standard internazionali, ma fondamentalmente non crede nella produzione e nel mantenimento di armi di distruzione di massa.

La conoscenza nucleare non è una conoscenza proibita e come molte altre scienze ha anche molti vantaggi per i popoli. Ma i nemici dell’Iran, poiché essi stessi sono malvagi e usano la scienza e la conoscenza per uccidere le persone, pensano che anche gli iraniani abbiano intenzioni malvagie. Il regime sionista usurpatore aveva ripetutamente affermato che avrebbe assassinato Fakhrizadeh e alla fine lo ha fatto. Sebbene non ne accetti ufficialmente la responsabilità, tutte le prove sono contro di lui e la pagherà definitivamente.

 

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