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Ecco come Francia e Germania truccano al ribasso il numero di contagiati da Coronavirus

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In Francia il primario dell’ospedale Emile Muler di Mulohuse, ha detto in un’intervista che da una settimana non sottopone a test i pazienti sospettati di essere infetti da coronavirus, perché non riceve i tamponi.

di Maurizio Blondet

Non fare i test, dice, contribuisce alla propagazione del virus perché gli infetti che non sanno di esserlo infettano i loro parenti, colleghi e le persone con cui hanno rapporti sociali.

E’ una politica di Stato. Macron, che ha rifiutato il test, ha dato ordine di non sottoporre a tampone nessun ministro e deputato, in assenza di  sintomi. I medici generici lamentano di non aver ricevuto le mascherine.

Cittadini protestano perché il Service d’Aide Médicale Urgente (SAMU) rifiuta sistematicamente di fare i tamponi, salvo che a chi viene dall’Italia o da Wuhan. Una ragazza che ha 39 di febbre da due giorni e tutti i sintomi, ha chiamato il pronto soccorso invano. Circola la registrazione della telefonata con la richiesta di soccorso.

Macron è andato ostentatamente a teatro con Brigitte

per incitare i francesi a uscire come niente fosse, mentre ha vietato ai suoi collaboratori più vicini (letteralmente, fisicamente) di andare al cinema e a teatro perché non infettino lui. Ha vietato le riunioni negli uffici; sono state istituite spaziose sale appositamente designate, con accurata disinfezione dopo ogni riunione.

Qui un confronto fra i tamponi  fatti in Francia e gli altri.

Ora che è  stato colpito da coronavirus il Ministro della cultura Franck Riester, i giornalisti satireggiano: visto che ha partecipato al consiglio dei ministri, non è il caso di mettere in quarantena l’intero governo, compreso Macron? In caso di decesso diventerebbe presidente Gérard Larcher, il presidente del Senato.

Risultano infetti 4 deputati francesi su 577:

pari allo 0,7%. Una proporzione molto superiore a quella dei francesi colpiti, secondo le informazioni ufficiali: 0,002%. Siccome questa discrepanza non è ragionevole, si spiega solo con una enorme sottovalutazione dei casi fra la popolazione generale. Se si applica la stessa percentuale (0,7%) dei deputati ai 67 milioni di francesi, si avrebbe che i colpiti da coronavirus sono 450 mila.

Tra  il 60 e il 70% della popolazione tedesca contrarrà il coronavirus

ha dichiarato in parlamento la cancelliera Angela Merkel, lasciando il parlamento ammutolito. Poi ha dato la parola al ministro della Sanità Jens Spahn (“Lavora davvero bene”) che ha confermato la valutazione, precisando però che l’80% dei colpiti avrebbe superato l’affezione senza  sintomi. Per le persone oltre i 65 anni, che avranno da fare i conti con un decorso difficile, sono a disposizione 28 mila posti-letto.

L’uscita della Merkel ha un motivo

Molte e autorevoli voci han cominciato a criticare la sua assenza, anzi il suo mutismo, davanti ai problemi che la soverchiano: dal ricatto di Erdogan e il bisogno di dare una risposta alla questione dei “profughi” che premono alla frontiera ellenica, dalla recessione incombente al coronavirus, non ha trovato parole.

Anzi: il coronavirus le è servito come scusa per annullare un suo incontro importante con gli esponenti dell’economia tedesca, per parlare della crisi economica. “Questo evento avrebbe dovuto svolgersi proprio adesso”, ha protestato Holger Schwannecke, segretario generale dell’Associazione centrale dell’artigianato tedesco (ZDH), a Monaco, giovedì. È importante che la politica e gli affari mantengano  normalmente rapporti”.

Persino il sindacato di polizia (GdP) ha alzato la voce:

In tempi incerti, le persone richiedono informazioni trasparenti, linee guida comprensibili e un linguaggio chiaro dalla loro leadership politica. Dovremmo  aspettarci che il Cancelliere vada avanti ora, mostri forza e mandi i segnali necessari

Ha dichiarato martedì il vice presidente del GdP Jörg Radek.

Finalmente sempre più si accorgono

che l’assenza di leadership è stata incapacità personale e pericolosa.

“Perché il Cancelliere tace quando dovrebbe parlare? Forse non vede il bisogno, forse le manca la forza”, ha scritto il columnist Gehard Spörl.  “Sarebbe meglio per il paese se fosse partita prima”.

Allude al fatto che la Merkel si aggrappa al potere, mantiene la cancelleria non avendo più la presidenza del partito.

Chiunque dica, come Angela Merkel,  ‘me ne andrò tra un anno e mezzo’, è già sparito. Chiunque rinunci alla presidenza del partito dimezza il suo potere. Chiunque pensi di poter costruire il suo successore, si rende presto conto di aver sbagliato. Il doppio vuoto rompe il CDU e danneggia il Paese. Il vuoto è pericoloso.

 

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