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La riforma del MES come pietra tombale del sistema bancario

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Le incongruenze previste dalla paradossale riforma del MES stanno iniziando, piano piano, ad affiorare nel dibattito politico. Un’attenzione però maggiormente focalizzata sulle assurde credenziali richieste per accedere al meccanismo di stabilità e poco sulla prima inevitabile conseguenza: il dissesto del nostro sistema bancario.

di Giuseppe Masala

Dopo le indiscrezioni sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità si è fatto sentire il Presidente dell’Associazione Bancaria Antonio Patuelli, asserendo che se le modifiche fossero quelle prospettate le nostre banche non comprerebbero più titoli di stato della Repubblica Italiana. E come dargli torto. Chi comprerebbe dei titoli di stato minacciati di essere sottoposti al taglio del valore nominale? Nessuno, tantomeno le banche italiane che ne detengono per 400 miliardi di euro e che – con ogni evidenza – cadrebbero in stato di fallimento immediato dopo un loro taglio.

Solo che se le banche italiane non comprano i titoli di stato (peraltro con i soldi dei risparmiatori italiani), ciò comporterebbe l’immediato aumento esponenziale dei tassi d’interesse dei medesimi, decretando di fatto l’immediata necessità di ricorrere proprio al Meccanismo Europeo di Stabilità. Profezie che si autoavverano, come ha detto oggi Vladimiro Giacché nella sua audizione presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
Lasciamo perdere poi il paradosso assurdo che i soldi al Meccanismo Europeo di Stabilità li diamo noi (per ora abbiamo dato 60 miliardi per salvare Grecia e Spagna e ci siamo impegnati per versare oltre 120 miliardi).

Tentare il suicidio per poi ottenere una disperata rianimazione

Insomma, diamo i nostri soldi al MES per riottenerli in caso di bisogno, però sottostando alle condizioni imposte dal MES stesso, che prevedono il taglio del valore nominale dei titoli di stato e rischiano di decretare il fallimento del nostro sistema bancario: una falcidie del risparmio degli italiani e una gelata sull’economia italiana, che quella del 1943 sembra una passeggiata di salute. In parole povere l’Europa per ridarci i nostri soldi pretenderebbe che prima ci suidiciamo. Una roba che ha dell’incredibile.

Come si fa ad approvare una simile follia? Senza considerare peraltro, il fatto che il Meccanismo si fonda su un errore di concetto: quello secondo cui la stabilità finanziaria di un paese si valuta in base alle dimensioni del debito pubblico e non del NIIP. Ovviamente tutti sanno benissimo (tranne Prodi e pochi altri) che non è così, ma il Debito Pubblico è il nostro punto debole e guardare lì consente di mandarci all’aria e di esporci al saccheggio.

Un tesoro dal valore miliardario pronto per essere razziato

Saccheggio ricco, oltre 4000 miliardi di ricchezza finanziaria e oltre 6000 di valori immobiliari detenuti dal Popolo italiano nel complesso. Senza parlare poi degli enormi tesori artistici e paesagistici del paese. Abbiamo visto in Grecia, il livello di spoliazione criminale alla quale sono stati sottoposti. Viene da piangere.

Non solo questa modifica del Mes non sarebbe da approvare, ma in altre epoche, i Dirigenti del Ministero del Tesoro che hanno seguito la pratica sarebbero stati accusati di alto tradimento. L’attacco è a 360 gradi peraltro. Prima al nostro sistema industriale (siderurgia e automobile) e ora, a distanza di una settimana, questa follia. Soffiano venti di guerra.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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