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Sciacalli di guerra: “ribelli” siriani riprendono bambino sotto le macerie

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La morsa su Aleppo si fa sempre più intensa.

 

Sta diventando la Stalingrado della guerra in Siria. La città di Aleppo, situata al nord del paese verso il confine turco, è stretta tra l’esercito governativo supportato da Hezbollah, Iran e Russia e il fronte jihadista Jabhat Fateh al-Sham (ex al-Nusra). Questi ultimi ormai controllano solo più i quartieri est della città e sono sotto l’assedio governativo da più di un mese.

Scaduto l’ultimo cessate il fuoco l’esercito lealista siriano ha mandato un messaggio alla popolazione civile residente ad Aleppo estPer la nostra popolazione che vive ad Aleppo est, i miliziani uccidono i vostri bambini e prendono le vostre donne“. Un invito ad abbandonare quella zona per trovare rifugio nell’area controllata dal Governo.

Dopo il messaggio, martedì 15 novembre l’esercito lealista ha intrapreso l’offensiva contro i miliziani di Jabhat Fateh al-Sham. I bombardamenti aerei sono stati massicci, anche se il Ministro degli Affari Esteri russo Seergei Lavrov ha definito tale attacco come “limitato“, affermando che la Russia in ogni caso non ne ha preso parte. Il portale di informazione del Qatar Al Jazeera riporta che il numero delle vittime del bombardamento di giovedì notte sarebbe di 49, mentre il totale da martedì arriverebbe a 150.

La fonte di questi dati sarebbero “witnesses” e “activists” (testimoni e attivsti) non meglio identificati, mentre non sappiamo se queste 150 vittime siano civili o militari. Strano che un portale d’informazione importante come AL Jazeera trascuri in maniera così evidente elementi imprescindibili come una fonte precisa e indentificabile e lo status delle vittime.

Sempre Al Jazeera mostra l’istantanea di un video realizzato dagli “activists”, che ritrae un bambino intrappolato nelle macerie. L’intero video mostrerebbe la sequenza completa del salvataggio del bambino. Si tratta questa di una precisa strategia comunicativa utilizzata dagli jihadisti, che AL Jazeera chiama stranamente “activists”. Noi non abbiamo trovato il video e non possiamo dunque giudicarne l’autenticità, tuttavia la logica ci impone di pensare su come sia possibile che durante un bombardamento a tappeto un jihadista si ritrovi per caso con un cellulare/videocamera pronta per video e che lo stesso, sempre sotto bombardamento, abbia trovato il tempo e la calma di riprendere un bambino intrappolato nelle macerie (preferendo così filmarlo piuttosto che provare a salvarlo).

Il fatto che Al Jazeera, un portale da cui i principali media europei traggono le notizie sul conflitto in Siria, dia credito a simili montaggi ad hoc dovrebbe far riflettere sulla validità delle notizie che ci arrivano su quella guerra.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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