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Quando la Clinton rideva della morte di Gheddafi

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Aveva detto Giuseppe Sarcina, corrispondente da New York per il Corriere della Sera, che Hillary Clinton durante la campagna elettorale ha messo in campo “la sua esperienza in politica estera“. Beppe Severgnini scriveva sempre sul Corriere della Sera che l’America sostenitrice della Clinton è “più aperta, disposta a seguire la democratica Hillary Clinton nel perenne inseguimento del sogno americano” e aggiungeva “Ma un presidente, prima d’essere simpatico, dev’essere competente. Da questo punto di vista la distanza tra i candidati era, e resta, immensa“.

Competente ed esperta.

Questa è l’analisi che alcune delle “migliori” penne del quotidiano italiano più venduto hanno fatto su Hillary Clinton. Severgnini e Sarcina non hanno evidentemente visto l’intervista di Hillary Clinton sull’uccisione dell’ex colonnello libico Mu’ammar Gheddafi. In un’intervista rilasciata alla CBS news del 20 ottobre 2011, l’allora Segretario di Stato del Governo Obama, pronunciò le seguenti parole “We came, we saw, he died“, terminate con una fragorosa risata della stessa Hillary.

“Siamo giunti, abbiamo visto, è morto”, Hillary Clinton con questa uscita infelice tentò di scimmiottare malamente il nostro avo Gaio Giulio Cesare, che annunciò la vittoria contro l’esercito di Farnace con le famose parole “Veni, vidi, vici“. La differenza di personalità e “competenza” è però enorme tra i due personaggi. Mentre la Clinton non si fa problemi a irridere un nemico, per altro ucciso su commissione, il grande Giulio Cesare ebbe invece la competenza di risparmiare Farnace, re del Ponto.

D’altronde la cultura greco-romana ci ha sempre insegnato a rendere al nemico l’onore delle armi, perché l’accanimento sullo sconfitto può generare solo frustrazione e risentimento. Ingredienti per future ribellioni. Questo Giulio Cesare lo sapeva bene. Hillary Clinton no.

La risata di Hillary Clinton è simbolo di assoluta incompetenza e irresponsabilità. In una nota lanciata nel dicembre del 2015 le Nazioni Unite hanno lanciato un allarme di emergenza umanitaria in Libia. Secondo l’Onu la Sanità pubblica non esiste più (con Gheddafi i servizi sanitari erano gratuiti ed erano tra i migliori del Nord Africa) e ora due milioni di persone sono scoperte dall’assistenza medica di base.

Ridi ancora Hillary Clinton?

A Bengasi, sempre nel dicembre 2015, il 73% delle scuole risultava non essere più in funzione o accessibile. Il numero di sfollati raddoppia di anno in anno, nel 2015 è arrivato a 435.000 secondo l’OCHA (United Nations Office for The Coordination of Humanitarian Affairs).

Una situazione “disperata”.

Sappiamo poi grazie alle 33mila mail pubblicate da Julian Assange come “quella in Libia è stata la guerra di Hillary“. 1.700 delle 33mila mail parlano appunto del conflitto in Libia, da esse viene fuori come l’allora Segretario di Stato Hillary Clinton avesse lavorato in ogni modo per rovesciare il legittimo Governo di Mu’ammar Gheddafi.

Nelle mail emerge che la Clinton: “Percepiva la destituzione di Gheddafi e il rovesciamento del suo governo come un elemento da usare per le elezioni da presidente. Alla fine del 2011 è stato prodotto un documento interno per Hillary Clinton chiamato “Libya Tick Tock” che è una descrizione cronologica di come Hillary Clinton sia stata la figura centrale della distruzione dello stato libico. Lo schema non solo è fallito a livello personale, ma continua a perseguire il paese, che rimane in uno stato di guerra civile“.

L’ “esperienza” di Hillary Clinton come Segretario di Stato è stata dunque disastrosa. Come senatrice ha fatto anche di peggio. Nonostante democratica si è allineata e ha appoggiato gli interventi militari in Afghanistan e Iraq promossi dai neocon. Anche come moglie del Presidente non ha dato il meglio di sé. Il marito Bill Clinton ha attaccato uno stato sovrano, la Serbia, causando più morti di quelli che erano stati fatti dalle milizie paramilitari serbe (dati del Pentagono).

Per poi scoprire che Slobodan Milosevic era innocente, la Corte Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia ha infatti scagionato l’ex premier serbo il 9 agosto 2016. Peccato che Milosevic sia morto in carcere come colpevole.

Serbia, Afghanistan, Iraq e Libia. Quattro stati distrutti dall’ “esperienza” e dalla “competenza” politica di Hillary Clinton.

Sarebbe bello sentire Severgnini rispondere nel merito, invece che blaterare dei “culi” toccati da Trump.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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