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Soldati italiani al confine con la Russia, militari sfruttati per politica

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I mirabolanti annunci di mr Stolten. Il segretario Nato annuncia 4mila soldati per difenderci dal mostro russo. Presente anche un contingente italiano.

E’ stato stabilito che nel 2018 un contingente di militari italiani andrà a piantonare il confine, sponda europea, con la Russia. Un imbelle memorandum del fatto che la Russia, con cui non entriamo in guerra da almeno settant’anni, non è un nostro alleato. A differenza, per esempio, della Turchia e di altri paesi con velleità espansive e belligeranti.

“Faranno parte di uno dei quattro battaglioni dell’Alleanza schierati nei Paesi baltici”. Sono le parole proferite in conferenza stampa dal segretario della Nato Jens Stoltenberg. “Si tratta -ha affermato Stoltenberg- di una presenza simbolica in una forza da 4mila unità. La missione ha la funzione di prevenire un eventuale confillto” conclude Stoltenberg che ieri è stato a Roma per il 50esimo anniversario del Nato Defense College in Italia.

Come quattromila soldati possano prevenire un eventuale conflitto con la potenza militare russa, resta un mistero. Forse che “Stolten” possa spiegare, numericamente, come un ipotetico, ma diciamo pure paradossale, conflitto militare con la federazione russa possa essere sedato da quattromila soldati dell’Alleanza atlantica? Adoperare forze militare per scopi di fantapolitica e per dare dimostrazioni di forza appare come uno spreco ed una presa in giro per gli stessi militari.

Stoltenberg con questa dimostrazione di forza vorrebbe conciliare, in un’ottica piuttosto confusa, difesa e diplomazia, con l’affondo finale: “difesa e dialogo insieme è un concetto di deterrenza che si è dimostrato valido per quasi settant’anni”. Addentrandosi poi in velleitari paricolari, Stolten parla della Task force, che sarà a guida italiana, che dovrebbe essere in grado di intervenire in soli cinque giorni in caso di una supposta emergenza sulla frontiera est europea.

Terminando la conferenza, Stolten usa un paradosso che si commenta da sé: “il linguaggio è importante e io non farò nulla per aumentare le tensioni. Anche perché non vedo minacce imminenti per gli alleati”. In realtà, proprio considerato come non solo non vi siano minacce imminenti sul “fronte russo”, ma neppure minacce di alcuna sorta, non si può che deprecare questo atteggiamento della politica dell’Alleanza atlantica, che adopera i soldati come marionette per il suo tornaconto.

Proprio due giorni fa il presidente russo Vladimir Putin si era lamentato dell'”isteria russofobica” che va diffondendosi in Europa a causa degli atteggiamenti di Francia e Gran bretagna, a partire dalle tensioni sulle diverse strategie da adottare nel conflitto siriano, per arrivare alla questione degli hackeraggi denunciata dagli Stati Uniti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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