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Obama ordina attacco missilistico contro i ribelli in Yemen

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#guerrainYemen

Per ordine diretto del Presidente Barack Obama gli Stati Uniti nella notte hanno attaccato consapevolmente il territorio sotto il controllo dei ribelli sciiti Houthi in Yemen.

Tre missili Tomahawk statunitensi hanno colpito alle 4 di questa notte tre postazioni radar costiere, controllate dai ribelli sciiti yemeniti. Il lancio dei missili ha avuto la diretta autorizzazione da parte del presidente Obama, soprannominato non a caso BombObama ed è stato definito dal portavoce del Pentagono Peter Cook come “un’azione di autodifesa per difendere il nostro personale“. Secondo uno degli ufficiali americani i radar yemeniti colpiti sarebbero stati attivi durante il lancio di missili partiti dalla costa e diretti contro la flotta americana avvenuto due giorni fa (attacco smentito dai ribelli Houthi e che non ha danneggiato nessuna nave della flotta americana).

Strano è dunque il concetto americano di autodifesa, che in pratica viene attuata attaccando, in questo caso un’area dove “il rischio delle morti civili è basso“, ma non per questo assente. Tuttavia questo modo di difendersi è usuale dalle parti della Casa Bianca, che per autodifendersi dalla supposta minaccia comunista in Nicaragua addestrò e finanziò i criminali contras, a tal punto che la stessa Corte Internazionale di Giustizia condannò gli Stati Uniti per “uso illegale della forza“.

Peccato solo che gli Usa non riconobbero la sentenza come valida e non risarcirono mai il Nicaragua per gli eccidi causati indirettamente da loro (si parla di 40mila morti).

Mentre dunque in Italia continua la campagna anti Putin, accusato da Corriere della Sera e Repubblica di preparare il Paese ad una terza guerra mondiale (tesi smentita peraltro in una nota dall’associazione degli imprenditori italiani in Russia), gli Stati Uniti hanno apertamente attaccato i ribelli Houthi in Yemen, rimarcando così l’alleanza con il criminale regime saudita, reo di recente di un bombardamento selvaggio contro gli stessi sciiti.

L’azione statunitense sarebbe classificabile come “crimine di aggressione” inteso come “pianificazione, preparazione, inizio o esecuzione, da parte di una persona in grado di esercitare effettivamente il controllo o di dirigere l’azione politica o militare di uno Stato” e dunque punibile dalla Corte Penale Internazionale. Purtroppo però gli Stati Uniti non hanno ratificato la CPI e dunque non ne sono soggetti alla legislazione.

Caso contras, caso Yemen, due episodi diversi con un medesimo risultato: gli USA ne escono sempre illesi.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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