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Brexit et circensem non fermano Isis, che però non rivendica: perché?

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Palpabile era la perplessità sul come, tra Brexit ed Euro2016, fossero scomparse dai media le notizie relative all’Isis ed ai vari teatri di guerra e tensione mediorientali e non.

Impossibile che, misure di sicurezza a parte in Francia ed Inghilterra, il mondo si fosse fermato per permetterci di “cazzeggiare” tra Cameron, Farage, Junker e Renzi da una parte e Conte, De Rossi, Pellè e Buffon (con la D’Amico) dall’altra.
Infatti, passata in carrozza sui canali mediatici e sui social la notizia del “riavvicinamento” di Erdogan a Putin e (persino) a Netanyahu, puntuale è arrivato l’attacco terroristico all’aeroporto Ataturk di Istanbul, con relativa strage.

Si parla di circa 41 morti e 250 feriti, probabilmente tra cui molti stranieri, sicché ad esser colpita è stata la zona  dei voli internazionali in arrivo, con il preciso fine far strage di turisti, i veri “incoscienti organizzati” (da tour operator criminali) che vanno a cacciarsi in una delle città-obiettivo di attentati per eccellenza nel mondo.

Isis o Daesh (come lo chiamano i musulmani che lo combattono davvero) non ha rivendicato l’attentato compiuto (sembra) da tre kamikaze ed un commando di supporto, ma il governo turco lo ha affibbiato con una sicurezza preoccupante al Califfo, che sarebbe incazzato con Erdogan per la guerra che il Sultano della Nato gli sta in portando in Siria.

La mancata rivendicazione può essere attribuibile al fatto che ad oggi migliaia di turchi stanno combattendo tra le file dell’Isis. Infine si deve tenere conto delle centinaia di migliaia, forse milioni, di simpatizzanti dell’organizzazione in Turchia. Così come hanno anche dimostrato delle rimostranze pro-Daesh nel mezzo della tifoseria più scalmanata. Ecco allora che si può agevolmente capire come la società turca sia per l’Isis un ampio bacino dove attingere nuovi membri. 

Che poi la guerra turca in Siria non sembri suffragata da molti elementi è ininfluente per gli esperti ed i media occidentali. I turchi in territorio siriano (e turco) bombardano solo i Curdi (del Pkk ed Ypg), quelli di Daesh sono solo “danni collaterali” nella guerra reale ad Assad ed ai suoi alleati Pasdaran iraniani ed Hezbollah libanesi.

Operativamente l’attacco sembra ricordare quello all’aeroporto di Bruxelles, quindi l’attribuzione ai fedeli di Al Baghdadi sarebbe conseguente. Eppure la sicurezza non è totale: dai tempi dei falsi contro Saddam Hussein e Gheddafi, si invita non fidarsi mai dei #servizisegretioccidentali (e la Turchia con la Nato è da considerarsi “occidentale”).
Tutto è possibile con il terrorismo e nell’uso che se ne fa, di qualunque matrice sia, specialmente se è “di stato” (e l’Italia è maestra in questo).

Vedremo in seguito cosa si riuscirà a capire di questo ulteriore bagno di sangue, resta il fatto, tornato alla attenzione del mondo, che Istanbul e tutte le città d’Europa (pure Usa) non possono assolutamente essere messe in sicurezza totale.

Vincenzo Mannello @v_mannello 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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