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L’Europa reagisce suonando le chitarre

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Mentre si contano le ennesime vittime innocenti della guerra che l’Isis ci ha da tempo dichiarato, a Bruxelles la gente scende in piazza cantando e suonando le chitarre.

 

Quo usque tandem abutere Catilina patientia nostra? Questa celebre frase pronunciata più di duemila anni fa dal grande Cicerone contro il complottista Catilina sembra adattarsi perfettamente alla situazione surreale che stiamo vivendo in questi terribili e orribili giorni. Per l’ennesima volta siamo costretti a contare le vittime innocenti di una guerra da noi non voluta ma che l’islamismo integralista professato dall’Isis ci sta scatenando contro.

 

E mentre gli addetti ai lavori stanno facendo fatica a dare un nome ai morti ammazzati i cui miseri resti spesso sono insufficienti per l’identificazione, noi cosa facciamo? Scendiamo in piazza con le chitarre e cantiamo tutti insieme appassionatamente come si faceva negli anni sessanta-settanta quando i giovani virgulti del fancazzismo imperante di allora come di oggi invadevano l’isola di Wight per bearsi mezzi nudi al suono delle chitarre e con  l’aiutino di qualche bella droga pesante. Uno spettacolo deprimente che esprime molto bene quello che la sinistra europea, molto ben allenata a manovrare le masse, sta cercando di fare in questo momento.

 

Mentre si sta cercando di reagire all’orrore con la fermezza sperando che gli imbelli governi di questa eur…operetta da quattro soldi si decidano finalmente a fare qualcosa di concreto contro chi ci sta attaccando, noi che facciamo? Scendiamo in piazza e, nella più sdolcinata e idiota tradizione del “mettiamo dei fiori nei nostri cannoni“, ce la cantiamo e ce la suoniamo inneggiando alla pace, alla fratellanza universale e al “volemose tutti bene” mentre il cerchio dell’Isis si sta sempre di più stringendo attorno alle nostre gole inermi.

 

Quando le nostre teste saranno pronte a ricevere l’estremo fendente letale della “santa spada dell’Islam” cosa faremo? Suoneremo un bello stornello mentre i nostri aguzzini se la rideranno e magari batteranno le mani in segno di giubilo e di estremo accompagnamento alle nostre ultime lugubri e misere note?! Sembra proprio di sì almeno a vedere gli ingenui idioti manovrati dalla sinistra europea che non vede evidentemente l’ora di farci vestire tutti il burka magari sollazzandoci al canto del muezzin.

 

Peccato che quando saremo tutti costretti a metterci in ginocchio sui tappetini per adorare Allah le nostre belle chitarre ce le avranno già fracassate sulla testa perché simbolo di una società infedele e peccato che quelle stesse “ingenue” ragazzotte scese in piazza a Bruxelles a cantare “dont worry be happy” non potranno più nemmeno alzare lo sguardo da terra costrette a rimanere sottomesse all’arroganza del machismo integralista islamico pena la lapidazione immediata.

 

Questo purtroppo non è l’incubo farneticante di una mente malata ma quello che ci potrebbe realmente succedere fra qualche anno se continueremo a non difendere la nostra civiltà e i nostri valori. Quella stessa civiltà che la sinistra becera, atea e parassita non condivide più da tempo obbligando le scuole e i presidi compiacenti a rimuovere il Crocifisso, a vergognarci dei nostri presepi, ad impedirci di fare il Segno della Croce per non offendere ora la sensibilità di chi accogliamo, domani quella di chi ci comanderà a bacchetta sbattendoci in faccia la legge del CoranoUsque tandem  abutere Catilina patientia nostra!

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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