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Difendiamo le nostre donne? Allora siamo razzisti

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I drammatici fatti di Colonia hanno ancora una volta dimostrato quello che stiamo sostenendo da anni: l’Occidente è e continua ad essere oggetto di un’invasione organizzata, orchestrata ma soprattutto progettata su vasta scala dai paesi di fede islamica. Lo scopo di questo incredibile movimento di massa senza precedenti nella storia è abbastanza chiaro e trova negli atti di terrorismo ma anche nella pretesa di prendere piede all’interno degli stati “assaltati” con le proprie istituzioni religiose e le proprie usanze, la controprova di quella che è a tutti gli effetti un’invasione concertata.

 

E’ inutile adesso piangere sul latte versato lamentando la perdita assai prevedibile della nostra stessa libertà piegata dalla minaccia sempre presente degli attacchi terroristici o dalle aggressioni nei nostri confronti ma soprattutto alle nostre donne trattate dagli islamici alla stregua di semplici oggetti di desiderio. Tutto questo, alla luce di quanto abbiamo permesso e tollerato nei confronti di chi doveva essere sottoposto alla nostra legge e che invece ha fatto quello che voleva in nome della pietistica accoglienza a 360 in perfetto stile cattocomunista, era ampiamente prevedibile.

 

Si parla di scontro di civiltà e di costumi sociali totalmente differenti ed è giusto sottolinearlo: la civiltà islamica, lo stiamo pian piano scoprendo a nostre spese, è lontana dalla nostra anni-millenni luce perché ad essere differente e colludente è in primo luogo la concezione di Dio e della stessa esistenza umana. Allah è un dio che domina le sue creature, che suscita in loro paura e terrore e che le tratta come sudditi al suo servizio. Il dio occidentale è invece un padre che ama e perdona le sue creature tanto da considerarle come figli e che ha dato al mondo il suo stesso unigenito perché subisse il martirio per la loro salvezza.

 

Come conseguenza non secondaria di questo innegabile presupposto, l’uomo dell’Islam, proprio sulla scia di questa considerazione del divino visto in chiave assolutamente dominante e autoritaria, considera il mondo che lo circonda come territorio di conquista in nome di quello stesso Allah severo e onnipotente. La donna, in questa visione vetero storica e assolutistica, diventa a sua volta oggetto di dominio e sottomissione da parte dell’uomo e di Allah che di quello stesso uomo si serve per raggiungere il suo scopo principale ovvero l’islamizzazione e il dominio sulla terra.

 

Negare quanto stiamo dicendo è un po’ come negare la luce del sole che sorge perché questo sta esattamente succedendo da più di un millennio. Da qui discende tutto ed è proprio da qui che l’Occidente si deve “dare una regolata” e rinunciare in nome della propria libertà al concetto di accoglienza a 360 gradi pena il ritrovarsi nel giro di pochi anni accerchiato, annichilito e sottomesso da chi obbedisce ad una concezione esistenziale e ad un dio totalmente alternativi al nostro. Un dio che non può fare a meno di imporre la sua stessa forza e presenza con le buone o con le cattive.

 

Purtroppo, con decine di milioni di immigrati già in casa e già perfettamente organizzati in quelle che prima erano solo delle enclavi ma che ora hanno acquistato la forma di vere e proprie società alternative alla nostra, è difficile ora fare finta di niente e chiudere i cancelli appellandosi a giustizia e severità. L’unica cosa da fare è alzare per quanto è possibile il livello di prevenzione e controllo chiudendo però una volta per tutte le porte di accesso per non morire presto soffocati da chi sta cercando pian piano di sostituirsi a noi. E…chi se ne frega se qualcuno della sinistra più radicale e para cattolica ci latra dietro tacciandoci di razzismo, parola che ha sostituito nel lessico sinistrorso quella di “fascismo” tanto in voga a cavallo degli anni settanta e ottanta.

Un’accusa falsa che dimostra solo quanto certa fazione politica ancora vicina al credo marxiano della liberazione delle masse da qualsiasi parte esse provengano, non abbia altre armi a disposizione se non quella solita di sempre e cioè di insultare chi non la pensa allo stesso modo. Ci vengono in mente or ora gli insulti che il popolo italiano si prese a suo tempo dalla Presidente della Camera Onorevole Laura Boldrini per le condizioni “disagiate” dei profughi a Lampedusa. Uguali rabbiose esternazioni dalla signora di cui sopra non le abbiamo sentite a proposito di quanto è successo a Colonia e, in misura grazie al cielo ancora limitata, nelle nostre città. Questione di semplice amnesia da stress lavorativo?

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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