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Isis: è scattata l’ora dei cani sciolti

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L’ultimo episodio capitato a Parigi davanti al commissariato del 18° arrondissement vicino a MontMartre che ha visto un marocchino di venti anni fiondarsi contro i poliziotti con un coltellaccio da macellaio al grido di Allahu Akbar rappresenta la temibile escalation del fenomeno dei cosiddetti cani sciolti. Un episodio questo che, come altri di tal fatta, non ha provocato danni particolari o vittime ad eccezione, in questo caso, della morte dello stesso aggressore, ma che è comunque temibile perché imprevedibile e impreventivabile.

 

Un fenomeno questo che sta aumentando in modo esponenziale e che trova soprattutto sui social il suo terreno più fertile. E’ sempre meno raro infatti il fenomeno dell’emulazione mediatica che attira sempre di più le menti semplici ma al tempo stesso esaltate di chi, non avendo grandi scopi nella propria vita, decide di diventare fiancheggiatore e alleato volontario dello stato islamico di Al Baghdadi. Alleati dell’ultima ora, improvvisati e spesso neppure dotati di particolari mezzi bellici che cercano di trovare il loro “momento di gloria” andando ad aggredire chiunque gli capiti a tiro con l’unico scopo di accrescere il clima di paura e di sospetto che si sta diffondendo a macchia d’olio nelle città europee.

 

Questi terroristi del fai da te, arabi ma spesso anche occidentali che, per la loro rudimentalità, si distinguono dai foreign fighters che si recano direttamente in Iraq per addestrarsi, non usano particolari tattiche e piani organizzativi e spesso si muovono da soli appunto come cani sciolti ma qui iniziano i problemi per le forze di sicurezza. Infatti l’azione spesso maldestra di questi crociati all’incontrario è difficilmente prevedibile perché invisibile ai servizi di intelligence europei impegnati a prevenire gli attacchi in grande stile da parte di gruppi terroristi alle dirette dipendenze dell’Isis. La qual cosa rappresenta comunque un grave pericolo perché se uno di questi infami dilettanti del terrore decidesse di scaraventarsi al grido di Allahu Akbar armato di coltello, di machete o anche semplicemente di martello contro la folla inerme, prima di essere fermato dalle forze di polizia avrebbe il tempo di fare sul serio una strage. Basti anche solo pensare agli effetti devastanti di un fenomeno di panico collettivo sulla folla causato magari dalla minaccia-bluff da parte di qualcuno di questi “eroi” di farsi saltare per aria per capire di cosa stiamo parlando.

 

Se questo non è ancora successo è forse perché tali azioni si sono finora concretizzate, almeno in Europa, spesso in atti puramente dimostrativi che hanno avuto lo scopo di aumentare il clima di insicurezza nelle città del mondo occidentale. Atti che il califfato vede con evidente soddisfazione e probabilmente anche con una sorta di benevola e divertita complicità sia appunto per gli effetti psicologici devastanti che essi sono in grado di provocare, sia perché, al di là della rudimentalità degli stessi, sono in grado di provocare comunque danni senza alcun costo aggiuntivo. Il fenomeno non va comunque sottovalutato perché presto potrebbe perdere i connotati della pubblicità dimostrativa per assumere quelli più inquietanti e potenzialmente pericolosi di singoli e folli gesti criminali.

 

Gesti criminali che potrebbero verificarsi in qualunque posto più o meno frequentato, più o meno pubblico senza possibilità di difesa immediata se non quella di cui può disporre il singolo cittadino. Siamo quindi tutti avvertiti perché prima  o poi anche il semplice e apparentemente pacifico inquilino della porta accanto potrebbe ad un certo momento trasformarsi in qualcosa di diverso in grado di rendere improvvisamente invisibile il sottile confine tra psicosi collettiva e paura giustificata

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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