L’Onu fa il suo inutile lavoro, ma gli Usa non vogliono Assad

Il Consiglio di Sicurezza è incredibilmente riuscito a far passare una Risoluzione sulla questione siriana.

Non è granché, si è trattato infatti di aver messo nero su bianco la volontà della comunità internazionale di intavolare dei negoziati tra le parti in conflitto in Siria, escluso lo Stato Islamico. Questo strambo processo di pace dovrebbe iniziare a gennaio e verrà affiancato dall’invio di aerei radar, caccia e navi nel Mediterraneo in supporto alla Turchia.

Un chiaro segnale del fatto che la comunità internazionale vuole ulteriormente rinforzare la posizione turca in vista di una futura pacificazione siriana, così che il mondo occidentale (in particolare americano) possano mettere il naso a Damasco in funzione anti Russia.

Una strategia, quella americana, che va avanti dal 2011 con il chiaro ed esplicito obiettivo di eliminare fisicamente o meno il legittimo presidente siriano Bashar al-Assad fedele alleato di Putin. E’ molto probabile però che queste trattative si concludano con un nulla di fatto, anche perché gli Stati Uniti per bocca del loro presidente Obama hanno nuovamente fatto sapere che “Assad deve lasciare per far si che nel paese si metta fine al bagno di sangue“.

Una volontà che ha messo subito in allarme il rappresentante russo Serguei Lavrov, ministro degli Esteri di Putin, il quale ha sottolineato come la natura della riunione Onu fosse incentrata solamente sul processo di pace e non sul problema del rebuilding politico successivo.

Oltre a questo problema non indifferente il tavolo di pace che si intavolerà prescinde dall’esistenza dello Stato Islamico che attualmente controlla la maggior parte del territorio siriano. E’ difficile dunque comprendere l’utilità di negoziati senza avere coinvolto una delle parti in causa che in questo momento ha maggior potere nella questione.