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Un Occidente che non sa più combattere: raid aerei contro l’Isis

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Raid aereo! E’ la parola d’ordine, categorica. Saranno bombe sganciate dall’alto, le armi che l’Occidente userà contro lo Stato Islamico.

Da Hollande a Cameron, passando ovviamente per Obama, stanno tutti preparando i propri aeroplani per dare una lezione ai miliziani del Califfato. Squadra che perde non si cambia. E nemmeno la strategia, evidentemente. Dopo le batoste che le coalizioni occidentali hanno preso in Afghanistan e Iraq, nessun alto comando dei principali paesi del mondo “libero” ha preso in considerazione l’idea di cambiare strategia militare.

Bombe, bombe, e ancora bombe. Le stesse che hanno causato dal 2001 ad oggi più di un milione di vittime civili in Afghanistan, Iraq e Libia. Una strategia militare che ha portato a un risentimento diffuso e condiviso nelle popolazioni mediorientali contro i colonizzatori del terzo millennio. L’Occidente non vuol più buttare nemmeno un proprio soldato per le guerre d’oltreconfine, preferisce telecomandare qualche drone dal Nevada. Se poi con il bombardamento saranno a morire in 100, di cui 90 civili (magari 60 bambini e 20 donne) e 10 pseudoterroristi, chissenefrega. Almeno avremo salvato la vita di un nostro soldato.

Dal 2001 ad oggi, anzi dalla guerra del Vietnam ad oggi i raid aerei non hanno mai stroncato le resistenze, semmai le hanno acuite e rafforzate. D’altronde chiunque tra noi potrebbe sentirsi più macho e più incazzato se qualche pseudocolonizzatore venisse a bombardare in maniera indiscriminata le nostre case e le nostre scuole, uccidendo i nostro genitori, i nostri fratelli e i nostri figli.

Saremmo incazzatissimi, altro che resa.

I raid aerei occidentali non avranno altro effetto se non quello di aumentare la radicalità dei membri dell’Isis, oltre a causare i tragicamente noti danni collaterali sulla popolazione civile siriana.

L’unica nazione che sta muovendo il proprio scacchiere in maniera lungimirante è la Russia, che ha deciso di supportare militarmente il legittimo governo Assad senza però intrufolarsi direttamente nel conflitto interno alla Siria. Una decisione più che saggia. La Siria è dei siriani e nessuna coalizione internazionale può avere il diritto di rovesciarne il legittimo governante. Tanto più se la stessa coalizione internazionale sta preparando i finanziamenti per il fronte dei ribelli di al Nusra, il braccio destro di Al Qaeda. Una decisione che mette finalmente allo scoperto gli stretti legami di natura economico politica esistenti tra Washington e l’Arabia Saudita, lo Stato che più di tutti ha finanziato l’attività di Bin Laden e Al Qaeda negli ultimi vent’anni.

Purtroppo la popolazione civile occidentale è accecata dall’ondata di profughi e dalle foto astutamente pilotate, che non si accorge di quanto sia sbagliata e assurda la politica estera condatta dai propri governanti.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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