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Si infittisce il mistero sul rapimento dei nostri connazionali

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A quattro giorni dalla scomparsa dei quattro tecnici italiani in Libia, nulla si sa ancora sulla sorte dei nostri connazionali e sulle motivazioni del rapimento. Gli inquirenti che stanno lavorando sul caso continuano per ora a fare solo supposizioni anche perché a tutt’oggi non è ancora pervenuta alcuna rivendicazione ufficiale. Il Ministro degli Interni Angelino Alfano ha dichiarato che non ci sono per il momento elementi che possano far propendere per un’azione da parte degli scafisti così come era stato ipotizzato nelle ultime ore. Il Ministro ha poi proseguito dicendo che l’unica cosa esclusa è che l’Italia sia disposta a trattare con gli stessi scafisti nel momento in cui fosse chiaro il loro coinvolgimento.

La milizia islamista Fajr Lybia, che ha creato un governo alternativo e parallelo a Tripoli, ha dichiarato ufficialmente di essere completamente estranea al rapimento ma di sapere che i nostri connazionali sarebbero stati portati nel sud ovest del paese e che saranno liberati fra una decina di giorni. Affermazione quest’ultima alquanto strana visto che la stessa milizia si dichiara completamente estranea all’accaduto. Qualcuno infatti ci dovrebbe spiegare come mai, se non sono stati loro, siano ugualmente a conoscenza del posto dove sarebbero tenuti prigionieri i nostri e soprattutto della presunta data della liberazione.

Il problema è che la Libia in questo momento è un coacervo di milizie e contromilizie, forze politiche che si combattono una contro l’altra. Una situazione questa che ha reso il paese assolutamente incontrollabile con una situazione politica e militare in grado di cambiare da un momento all’altro. Qualcuno ha anche ipotizzato che dietro la scomparsa di Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla ci possa essere anche l’esercito delle tribù locali Geish al Qabila contrapposto a Fajr Lybia ma anche qui sono solo supposizioni non avvalorate da prove certe e specifiche. L’ombra dell’Isis continua comunque  a incombere minacciosa anche se, va detto, di solito l’Isis non tarda a rivendicare le azioni compiute dai suoi miliziani, mentre finora nessuno si è ancora fatto vivo.

La stessa ipotesi che vede negli scafisti, o almeno in una parte di questi, i probabili  artefici e organizzatori del rapimento si basa sulla possibilità che il rapimento possa essere stato compiuto come ritorsione contro la missione unilaterale che ha il compito di individuare le navi che salpano dalla Libia verso l’Europa (Fonte ANSA). Ma ripetiamo per ora sono solo supposizioni. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rispondendo alle domande dei cronisti a Malta, ha affermato che “Tutti sono nel mirino, è nel mirino qualunque paese che si batta per la tolleranza, la civiltà e il rispetto delle vite umane“(Fonte ANSA).

A noi verrebbe anche da aggiungere che siamo tutti nel mirino del terrorismo di matrice islamica perché forse quei valori di tolleranza, di civiltà e di rispetto della vita umana li abbiamo talmente allargati fino ad arrivare ad accogliere, in nome degli stessi, tutti ma proprio tutti senza darci dei limiti dettati dal buon senso. Se civiltà e rispetto vogliono dire accogliere milioni di persone senza nessuna possibilità di regolamentazione e/o limitazione e soprattutto senza avere la possibilità di difenderci da quella che è diventata a tutti gli effetti una vera e propria invasione, forse allora ci sarebbe da discutere proprio sul significato da attribuire a quegli stessi valori, significato evidentemente non proprio condiviso.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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