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La Francia mormorò: “Non passa lo straniero!”

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I Francesi schierano i militari alla frontiera di Mentone e respingono al mittente i nuovi immigrati che rimarranno così ospiti dell’Italia. Renzi tuona e parla di un piano B.

 

L’Europa tanto osannata e…”leccata” dal nostro governo ha finalmente svelato il suo vero volto, quello che, va detto, da anni le forze di opposizione, Lega in testa, avevano, anche brutalmente e impietosamente, rivelato. Un’Europa finta ma…realmente dedita ai raggiungimento degli interessi finanziari di pochi su molti e a far sì che paesi come l’Italia facessero da bancomat alle potenze dominanti. Dopo anni di prese in giro e di orribili pesi gravati sulle spalle degli esasperati cittadini italiani con la scusa del necessario riallineamento alle economie portanti del continente, ora siamo diventati, in nome della solidarietà umana ed europea, anche il “rifugium peccatorum“, l’Alcatraz per conto di Germania, Francia e Inghilterra.

In parole povere ce li hanno scaricati da noi e nel nome famigerato del trattato di Schengen ci stanno dicendo: sono problemi vostri, anche se…l’espressione più adatta, sebbene meno giornalistica, sarebbe un’altra. La Francia simpaticamente erige un muro di filo spinato alla frontiera, seguita a ruota da Svizzera e Austria. La Germania, dal canto suo, non ha neanche bisogno di farlo perché i suoi lacchè, i suoi “bravi” di manzoniana memoria si sono appunto assunti il compito di farlo per lei visto che frau Merchel non possiede neanche una zolla di terra che confina con l’Italia. Francia, Austria e Svizzera evidentemente sono gli stati cuscinetto che la Germania ha mandato avanti mentre noi, se non ce ne siamo ancora accorti, siamo lo stato zerbino. E questo grazie ad una politica nostrana servizievole e pronta ad usare la lingua quando occorre per leccare la suola delle scarpe di chi ci sta comandando a bacchetta da anni.

Renzi, colpevole per aver ridotto il nostro paese in uno stato di caos, di tensioni e di degrado e ora pure pieno come un uovo di centinaia di migliaia di profughi ammassati nelle stazioni e in sempre più precari campi di accoglienza, ora “tuona” contro la Francia e l’eco delle sue urla si perde tra i flutti che si infrangono sulla costa tra Mentone e Ventimiglia. Caro Renzi chi è causa del suo mal pianga sé stesso: abbiamo voluto l’Europa e ora… non ci resta che pedalare. Ha un bel dire il nostro Capo del Governo quando afferma stizzito che la Francia non può tenere le sue navi nel mare Mediterraneo mentre lascia i migranti a noi. Peccato signor Renzi che ormai la frittata è fatta e noi, alla faccia delle politiche condivise di Schengen, ora ci accorgiamo di essere soli e per giunta con una situazione al nostro interno che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Renzi parla a questo punto di un non ben precisato piano B, un’idea noi ce l’avremmo da suggerirgliela: piano B come…BISOGNA USCIRE DALL’EUROPA al più presto prima di avere definitivamente affossato quel che resta della nostra dignità nazionale. In secondo luogo bisogna assolutamente rispedire nella loro terra d’origine almeno gli arrivi delle ultime settimane, beninteso dopo averli giustamente rifocillati e rimessi in piedi. In terzo luogo sarebbe ora di deciderci di andare in Libia, ovvero da dove partono quasi tutti gli imbarchi per il paese del “Bengodi”, cioè l’Italia, e incominciare a fare quello che non abbiamo mai fatto fino ad ora. Stiamo parlando di provare a gestire là il problema, se necessario con una fitta rete di accordi con le tribù locali ma anche con un’adeguata opera di prevenzione e sorveglianza da parte delle nostre navi posizionate nelle acque internazionali ma pronte a intervenire e a rispedire sulla costa i barconi di disperati che partono con una regolarità e una puntualità quasi svizzera.

Quello che bisogna urgentemente fare è mandare un messaggio chiaro e inequivocabile alla gente d’oltremanica e cioè che è inutile continuare a partire perché non siamo più in grado di ricevere nessuno e per giunta non siamo quel paradiso che i loro governi, per toglierseli dal libro paga, subdolamente continuano a far credere loro. Quando capiranno che non c’è più pane neppure in Europa e che l’Italia, grazie alla politica irresponsabile dei suoi governanti, è ridotta quasi come la Somalia e l’Eritrea, allora forse l’emorragia si fermerà e torneremo a respirare.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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