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L’Isis attacca Misurata: anche la Libia sta per crollare

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Che gran bel risultato!

La martellante propaganda anti-Gheddafi che dagli anni ’90 fino al 2011 ha rotto i timpani degli occidentali attraverso i media può dirsi soddisfatta per aver raggiunto il suo scopo. Colui che per le ottuse femministe occidentali era solo uno “stupratore“, senza per altro lo straccio di una prova se non la testimonianza non confermata di una donna, è deceduto per far spazio a “democrazia e libertà“?

Oggi, 31 maggio 2015, la Libia non è spaccata in due, è spaccata in tre parti, di cui nessuna vanta “democrazia e libertà” tra i suoi valori. C’è il governo di Tripoli, che non è riconosciuto dalla comunità internazionale perché troppo vicino al deceduto Gheddafi, c’è il governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale perché asservito alle logiche imperialiste americane e c’è l’Isis, che tra i due litiganti sta “godendo“.

I miliziani dello Stato Islamico stanno infatti dilagando in Libia, e dopo aver occupato l’aeroporto Ghardabiya Air Base di Sirte, gioiello costruito da Gheddafi, puntano alla provincia di Jaffra. Tale provincia sarà fondamentale in questa guerra civile a tre perché lì è presente il giacimento di petrolio di al-Mabruk.

L’Isis ha inoltre rivendicato l’occupazione del “grande fiume artificiale”, l’acquedotto più grande al mondo che grazie a Gheddafi aveva consegnato il diritto di accedere all’acqua potabile alla popolazione libica. La tensione è altissima e proprio oggi un mezzo si è fatto esplodere a Misurata, causando la morte di 5 militari dell’esercito di Tripoli (attenzione perché i giornali li chiamano miliziani, in realtà sono militari dell’esercito regolare).

L’aeroporto e l’acquedotto voluti dallo “stupratore” Gheddafi sono ora in mano dei tagliagole del Califfo che useranno impunemente questi gioielli dell’ingegneria. La comunità internazionale in questo caos continua a stare dalla parte sbagliata, continua a sostenere i ribelli, invece di finanziare chi vuole ripristinare il regime laico del Colonnello. Elzeviro invece è con il governo di Tripoli, baluardo laico contro il fondamentalismo islamico.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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