Elzeviro Informazione indipendente
L’attenzione europea è tutta rivolta ad Atene. La terza ed ultima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica Greca non ha raggiunto il quorum (180 voti).
D’altronde il nome era quello di Stavros Dimas, 73enne ed ex commissario Ue, un nome preso e confezionato da Bruxelles per traghettare la Grecia verso il baratro della Troika. Quei 303 miliardi di euro di debito da restituire non vanno però a genio al nutrito fronte di euroscettici greci, tra cui Tsipras e Alba Dorata. Ora che i pezzi grossi di Alba Dorata sono stati messi a tacere in modi più o meno leciti rimane solo più Tsipras che probabilmente vincerà le prossime elezioni (25 gennaio).
Il partito chiederà sicuramente una rinegoziazione del debito, dato che come programma economico ha un massiccio piano d’investimenti nel settore pubblico. Dall’Europa arrivano però le prime minacce, è la Germania che teme più di chiunque altro la fine di questo sistema d’austerity. Così per bocca del suo ministro delle finanze Wolfgang Schauble si esprime così: “Chiunque sarà eletto dovrà rispettare gli impegni presi dai governi precedenti“. Il ministro tedesco ha anche aggiunto che dal 2009 ad oggi si è lavorato bene…ricordiamo allo smemorato tedesco che il tasso di disoccupazione greco è arrivato al 25,9% (agosto 2014), superando di più del doppio la soglia ritenuta d’emergenza.
Ci troviamo di fronte a un’invasione di sovranità nemmeno troppo velata o nascosta da parte del paese teutonico. L’Unione Europea è composta da stati che tra loro debbono avere un rapporto paritario, così facendo la Germania viene meno a uno dei principi base dell’Unione. Anche i mercati fanno la loro parte in questa scandalosa intromissione: subito dopo la terza mancata elezione del Presidente la borsa di Atene segnava già un ribasso di dieci punti percentuali, una conseguenza che pare ben pilotata da qualcuno…
