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Tempesta di fuoco sulla Siria: nuovi raid americani contro l’Isis

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Si intensifica la controffensiva aerea statunitense contro le postazioni militari dell’Isis. Nelle ultime ventiquattro ore sarebbero stati colpiti almeno una ventina di obiettivi strategico-militari dei miliziani al soldo del califfo Abu Bakr al Bagdadi. L’aviazione americana questa volta avrebbe concentrato il suo raggio di azione soprattutto nella zona a sud est della città di Raqqa in quello che una volta era territorio siriano e che, ormai da tempo, è passato sotto il controllo delle truppe Jihadiste.

 

Fonti americane parlano di circa 120 miliziani uccisi e molti altri feriti anche se, purtroppo, bisogna registrare anche vittime civili: 2 donne e 7 bambini, un tributo questo di cui si sarebbe volentieri fatto a meno e che va ad aggiungersi alle centinaia, forse migliaia, di vittime innocenti già perseguitate e trucidate nei territori sotto il controllo dell’Isis.

 

L’ennesima ondata di raid questa volta è stata condotta anche con l’aiuto e l’appoggio di ben cinque stati arabi: Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Bahrein. Sotto quella che è stata definita un’autentica pioggia di bombe, sarebbero finiti diversi obiettivi sensibili dell‘Isis, tra cui alcuni campi di addestramento, postazioni militari, depositi di armi ma anche centri finanziari e direzionali al soldo del Califfo del terrore. Sarebbe anche stata colpita una cellula di Al Quaeda che si trovava in territorio siriano e che, stando a fonti americane, stava preparando attentati in grande stile in occidente, compresa, pare, l’installazione di bombe invisibili al metal detector sugli aerei di linea con l’utilizzo di dentifrici e abiti esplosivi. Nell’offensiva sarebbero stati anche lanciati dal mare ben 47 missili terra-aria Tomahawk.

 

Il coordinatore massimo dell’operazione militare, il Presidente degli USA Barack Obama, ha chiarito che la battaglia in corso non è soltanto degli Stati Uniti ma di tutti gli alleati e che l’operazione potrà richiedere anche molto tempo. In ballo, ha proseguito lo stesso Obama, c’è la sicurezza non solo del paese, ma anche della regione e del mondo intero. Critiche contenute sono arrivate da Mosca che ha ribadito come simili azioni belliche debbano essere effettuate seguendo i dettami del Diritto Internazionale e quindi con l’accordo, in questo caso, dello stesso governo siriano, oppure mediante una decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Più dirette e precise sono state le dichiarazioni del Governo Iraniano che considera il bombardamento di queste ultime ore come una vera e propria aggressione nei confronti dello stato siriano. Ci sarebbe da ricordare, a questo proposito, come già sottolineato sopra, che i territori oggetto dei bombardamenti da tempo non sono più sotto il controllo dello stesso governo siriano e che quindi l’accusa sarebbe del tutto destituita di fondamento.

 

Lo stesso Ambasciatore Siriano all’Onu ha poi dichiarato che il suo paese è stato preavvisato qualche ora prima dell’inizio delle operazioni dalle stesse autorità americane e, a scanso di ulteriori equivoci, ha anche confermato che il suo paese sostiene ogni sforzo internazionale per combattere il terrorismo. Un implicito assenso che dimostra come lo stesso Assad sia costretto ad approvare, anche se a malincuore, quanto sta succedendo nella zona orientale del suo paese: la Siria con le sue sole forze non ce la farebbe mai a riprendersi i territori che gli sono stati sottratti, il che dimostra anche come la forza militare dello stato non riconosciuto dell’Isis si stia facendo, ogni giorno che passa, sempre più rilevante e pericolosa.

 

Se un equivoco di fondo c’è in tutta questa complicata situazione è caso mai quello di continuare a pensare di riuscire a debellare l’esercito dell‘Isis soltanto con l’utilizzo dell’aviazione. Una speranza questa che pare abbastanza ingenua se confrontata con quelle che dovrebbero essere le più elementari regole di tattica militare. Lo sa qualsiasi allievo che frequenta il primo anno dell’accademia militare che l’utilizzo dell’aviazione può avere una sua efficacia solo se concepito come preparazione-prologo, e poi accompagnamento, di una successiva e decisiva azione di truppe sul territorio. Come utilizzo invece fine a sé stesso, dubitiamo che possa avere nel medio termine una qualche utilità pratica se, beninteso, con il termine “utilità pratica” intendiamo la definitiva sconfitta e lo smantellamento dello stato dell’Isis. Un equivoco di fondo che potrebbe, in questo caso, veramente fare impantanare gli Stati Uniti, e con loro l’Occidente, in un estenuante conflitto di carattere decennale e dalle conseguenze inimmaginabili. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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