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Obama: il nostro obiettivo è distruggere l’Isis

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Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama da Tallin, dove si è recato per un vertice con i governi dei paesi baltici, ha commentato l’ennesimo atto di barbarie compiuto contro un cittadino americano. Il Capo della Casa Bianca ha ribadito che l’America non si farà intimidire e saprà reagire per fare giustizia degli orribili crimini perpetrati dal nuovo stato islamico dell’Isis. Obiettivo primario della politica statunitense, ha aggiunto Obama, continua ad essere la definitiva neutralizzazione e distruzione del Califfato sunnita creato da al Baghdadi.

 

Obama non ha però voluto dare una tempistica precisa per raggiungere lo scopo della pacificazione definitiva dell’Iraq. Non si potrà comunque prescindere dalla creazione, per ora abbastanza complicata, di un governo di coalizione nello stesso Iraq che possa in qualche modo disinnescare i meccanismi di coesione e complicità tra lo stesso Isis e il mondo sunnita. Un processo questo che richiede tempo e risorse ben sapendo però che ogni giorno che passa il potere del Califfo potrebbe rafforzarsi ulteriormente con tutte le conseguenze del caso.

 

Nel frattempo l’opinione pubblica americana, contrariamente alle attese e forse brutalizzata dalle immagini delle due terrificanti esecuzioni, sembra orientarsi sempre di più verso un più deciso intervento americano in Iraq, una cosa questa che potrebbe favorire e rafforzare la stessa posizione politica di Obama che, nel caso di un intervento militare diretto di truppe americane, potrebbe contare, in questo caso, anche sull’appoggio della maggioranza degli elettori. Una carta bianca questa in grado forse di sbloccare presto l’attuale situazione di stallo che sta vivendo in questo momento l’Iraq.

 

Il premier britannico David Cameron ha definito “Rivoltante e brutale” l’uccisione del giovane giornalista americano e ha fatto intendere a chiare lettere che le minacce terroristiche dell’Isis non indeboliranno l’Occidente ma avranno caso mai l’effetto opposto di rinsaldarne la coesione politica. Intanto il Ministro degli Esteri britannico Philip Hammond ha fatto sapere che il suo governo prenderà in considerazione ogni possibile soluzione per proteggere la vita dell’altro ostaggio ancora nelle mani dell’Isis, lo scozzese di 44 anni David Cawthorne Haines.

 

In Italia profondo sgomento e cordoglio ha espresso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha parlato di atto di barbarie inconcepibile nel XXI secolo, lo stesso Napolitano ha espresso anche la speranza che presto gli autori di una simile efferatezza possano essere assicurati alla giustizia. Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, davanti alle Commissioni Esteri e Difesa, ha confermato che il Governo Italiano entro il 10 di settembre invierà uno stock di armi alle truppe curde impegnate nei combattimenti contro i miliziani dell’Isis. Il Ministro non ha poi escluso in futuro altre forme di cooperazione e collaborazione con le autorità irachene. Frase questa che potrebbe forse alludere ad un intervento più diretto nel caso in cui la situazione e il quadro politico-militare dovessero cambiare? Ora come ora è presto per dirlo ma di certo questa allusione generica non sembra escludere del tutto un futuro e più diretto coinvolgimento italiano, magari sotto il cappello della Nato, su un fronte che di giorno in giorno sta diventando sempre più bollente e con il quale prima o poi tutti i paesi dell’Occidente dovranno fare i conti.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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