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La Corea del Nord lancia cinque missili di benvenuto a Papa Bergoglio

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Si può dire che il terzo viaggio ecumenico di Papa Bergoglio è iniziato sotto i…fuochi d’artificio di una Corea del Nord il cui presidente, Kim Jong-Un, ha organizzato il suo personalissimo comitato di accoglienza nei confronti del Pontefice. Mentre il picchetto d’onore organizzato dalla Corea del Sud sparava le salve di cannone in onore di Sua Santità, i Comunisti del Nord sparavano i loro razzi, e…non a salve, nel Mar del Giappone. I primi tre siluri sarebbero stati “simpaticamente” lanciati mentre il Pontefice era ancora in volo verso Seul, mentre altri due avrebbero chiuso i “fuochi di benvenuto” quando Papa Francesco stava tenendo il suo discorso durante la cerimonia di accoglienza. Da fonti del Ministero della Difesa sud coreano si è appreso che i missili sarebbero stati lanciati dalla base di Wonsan nella costa nord orientale della Corea del Nord e sarebbero ricaduti in mare dopo aver percorso circa 220 chilometri.

 

I due paesi divisi da una specie di cortina di ferro nel 38° parallelo, sono in guerra fredda, mai cessata e mai interrotta, dall’ormai lontano Conflitto Coreano che, a partire dal 1953, decretò la divisione del paese in due zone di influenza politica opposta: il Nord sottoposto all’influenza  comunista russa e cinese e il Sud a quella statunitense. Un solco molto simile a quello che ha diviso la Germania per più di quarant’anni e che, a causa della tracotanza del regime comunista di Pyongyang, potrebbe degenerare, da un momento all’altro, in un conflitto dalla conseguenze inimmaginabili.

 

La Corea del Nord è uno dei tanti, troppi, stati “canaglia” che mettono continuamente a repentaglio la convivenza civile e la pace planetaria, paesi che, in nome di ideali ormai superati e sconfitti dalla storia, cercano di portare guerra e distruzione dove possono, con nessun’altra prospettiva realistica se non quella della destabilizzazione politica mondiale. Si è molto discusso sulle effettive potenzialità belliche della Corea comunista e sulla sua capacità di raggiungere obiettivi vitali dell’Occidente. Oggi sappiamo che il regime dispone di gittate in grado di raggiungere tranquillamente il Giappone, tanto che il governo nipponico ha predisposto una batteria di missili Patriot davanti al Ministero della Difesa nel centro di Tokio. In teoria i Nord Coreani potrebbero essere in grado di far arrivare i loro spiacevoli “confetti volanti” anche nell’isola di Guam, il primo avamposto statunitense in pieno Oceano Pacifico.

 

Per il resto, il paese con la falce e martello trasformata in bandiera nera con il teschio e le quattro ossa, non sembra per ora possedere la tecnologia adeguata per arrivare a colpire lo stesso territorio americano, ma ovviamente il tempo può essere un suo potente alleato. Sappiamo infatti bene come questi cascami o, se preferite, residuati politici di un certo comunismo vintage duro a morire, impieghino il tempo a loro disposizione non per sfamare i loro popoli mal nutriti e in condizioni di totale indigenza, ma per arricchire sempre di più i loro già costosissimi arsenali militari. E tutto questo mentre, come al solito, la comunità internazionale resta a guardare impotente con buona…pace di tutti.

 

Papa Francesco, nel suo primo discorso tenuto durante la cerimonia di benvenuto organizzata dalla Presidente Sud Coreana Park-Geun-Hye, ha invitato la Corea “…a non scoraggiarsi nel perseguire la pace e la giustizia e ad abbattere il muro dell’odio e della diffidenza, promuovendo una cultura di riconciliazione e di solidarietà“. Un invito che forse potrebbe anche raggiungere la capitale del Nord Pyongyang, dove su una popolazione di seicentomila abitanti, un sesto è cattolico. La speranza della Santa Sede è che, almeno a titolo personale, qualche fedele nord coreano riesca a giungere in qualche modo nel sud per poter assistere ad una delle messe che il Pontefice terrà nei prossimi giorni. Una speranza che però realisticamente non ci sentiamo di condividere: i regimi comunisti sono da sempre ben attenti a non far uscire nessuno dalle loro organizzatissime e munitissime cortine di ferro, figuriamoci per andare ad assistere ad una Messa del Papa.

 

Mentre il Pontefice sorvolava il territorio cinese, cosa che fu vietata allo stesso Papa Giovanni Paolo II quando, nel 1989, si recò, a sua volta,  in Corea del Sud, ha mandato un telegramma di saluti cordiali al governo e al popolo cinese invocando la benedizione divina sul paese. Un telegramma questo che confermerebbe l’esistenza di un continuo scambio di corrispondenza con il Presidente cinese Xi Jinping, con il quale la Santa Sede sta cercando da tempo di instaurare una linea di dialogo anche in funzione della difesa dei diritti delle comunità cristiane presenti nel paese. Il tempo ci dirà se anche queste speranze saranno destinate ad infrangersi contro il muro ideologico comunista o se la Cina potrà essere, dopo l’Unione Sovietica, la seconda grande redenta della storia, si sa…se una settimana è bastata al Buon Dio per creare l’Universo intero, potrebbero  bastare poche ore per far cadere l’ennesimo muro eretto dall’odio dell’uomo. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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