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Ma quale Europa unita! La Germania se ne frega dei suoi “alleati”

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Il gruppo di insigni europeisti convinti si starà ora mangiando le mani con lo scopo di trovare una risposta sensata a quanto dichiarato ultimamente dalla Germania.

Questa è tuttavia la realtà cui ci troviamo di fronte fin dagli albori della comunità europea e la risposta odierna di Berlino agli ammonimenti di Washington non rappresenta un “unicum” nella storia. Il governo tedesco da un po’ di tempo a questa parte sta infatti spingendo a più non posso sul pedale delle esportazioni, senza tenere minimamente conto che una simile strategia ha portato e continuerà a portare gravissimi danni alle economie del sud Europa.

L’aver puntato e incentivato l’industria nazionale tedesca con questa forza ha infatti ostruito la strada ai concorrenti meridionali ancora alle prime armi, intenti più che altro a combattere con la terribile burocrazia dei loro stati sovrani. Ora è arrivato però l’avvertimento al di là dell’Atlantico, direttamente dal Ministero del Tesoro americano, preoccupato che una simile strategia possa sfaldare un’Unione che nel tempo ha fatto ben più comodo a loro che a noi.

Eppure la Germania sta assumendo un comportamento che sarebbe stato prevedibile da molti, eccetto gli europeisti incalliti. Questi, fin troppo spinti dall’idealismo, hanno pensato che una semplice unione monetaria potesse fare da garante alle velleità di potenza e conflitto degli stati europei; quando invece (come successe già nel Commonwealth britannico) la liberalizzazione di qualsiasi cosa sul continente europeo non ha fatto altro che avvantaggiare le industrie più forti, che hanno potuto “invadere” e surclassare con i loro prodotti e servizi le altre industri più in difficoltà.

Un economista d’accademia vi direbbe che tali industrie sono in difficoltà perché inefficienti, tuttavia, potrebbe anche darsi, che i tempi di sviluppo e raggiungimento di competitività possano cambiare notevolmente da Paese a Paese (soprattutto se uno di questi è dotato di materie prime, come la Germania, e gli altri no). Dunque checché ne dicano dagli Stati Uniti la Germania ha ragione nel spingere la propria industria in periodo di recessione, d’altra parte gli Stati del sud Europa avrebbero però il sacrosanto diritto di difendere la propria economia da questa competizione ineguale (attraverso eventuali dazi) . Questo però ci è espressamente vietato dai trattati che abbiamo distrattamente firmato negli anni e ora ci troviamo in un vero e proprio “cul de sac”.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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