Home / Affari di Palazzo / Esteri / Allarme Cina: lo smog blocca le città

Allarme Cina: lo smog blocca le città

Condividi quest'articolo su -->

Difficile dare il giusto peso alla gravità della vicenda: molti mezzi d’informazione hanno pensato bene di ignorare il fatto, altri ancora hanno scelto la via del non allarmismo, concedendo uno spazio di poche righe. 

Sta di fatto che la città di Harbin, situata nel nordest della Cina e abitata da quasi dieci milioni di abitanti è stata letteralmente paralizzata dalla comparsa non prevista di una fitta nuvola di smog che ha costretto le autorità a chiudere le scuole e gli aeroporti.

Le drastiche misure non hanno però diminuito il caos nella città perché la circolazione su strada è fortemente condizionata dalla scarsissima visibilità provocata da questa fittissima ed avvolgente cappa di smog. Questa situazione comporta così code ed incidenti a più non posso.

Dalle poche notizie che possiamo reperire dal regime cinese, veniamo a conoscenza dell’indice delle particelle di materia inquinante presente nell’aria di Harbin, livello che ha raggiunto il migliaio, ben al di sopra dunque della soglia limite dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità posta a 300 microgrammi/metro cubo di Pm10. Anche i cittadini sono invitati a starsene in casa dato che l’organismo umano non è in grado di reggere una tale pressione inquinante, che provocherebbe agenti cancerogeni.  L?aria è considerata insana già sopra i 100 microgrammi e quando raggiunge i 300 diventa tossica: in quel caso è pericoloso uscire di casa.

L’agenzia Nuova Cina avrebbe attribuito al disastro l’accensione simultanea del riscaldamento, per lo più a carbone, nel nordest della Cina. Oltre a non comprendere l’antiquato utilizzo del carbone, in una metropoli all’avanguardia, non possiamo che riflettere sul paradosso che il modello di sviluppo globale ci porta ad affrontare.

La Cina, da qualche anno ormai, ha accettato e fatta propria la logica della concorrenza e del libero mercato globale, attraverso un’economia crescente ed aggressiva non solo verso l’esterno, ma anche all’interno del proprio Paese (quelli che pochi decenni fa erano paesucoli di campagna, sono ora diventati enormi hinterland). Questa corsa all’impazzata verso la conquista di nuovi mercati non può che portare l’uomo di fronte al paradosso: lo sviluppo, come oggi inteso, avvantaggia la realizzazione umana oppure solo quella del libero mercato? Chi è l’attore protagonista di questa vicenda? Se la salute dell’uomo viene messa da parte, come ad Harbin, vuol dire che il nostro ruolo è quello di semplici subalterni.

Non siamo altro che degli operai di un cantiere da cui non sappiamo più staccarci, ma di cui non ricordiamo più il motivo della costruzione.

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Riflessioni sul neoimperialismo americano nel mondo

Mentre il mondo si interroga sulle azioni della Russia in Ucraina, noi andiamo controcorrente e …