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L’Italia feudo delle agenzie di rating e Letta è il suo vassallo

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Alcuni leggono il fenomeno con totale nonchalance, come se fosse ormai un dato di fatto inconfutabile, immutabile e anche sostanzialmente innocuo.

Ma analizziamo più a fondo la vicenda: compare in data odierna sul Giornale un’intervista a Lorenzo Bini Smaghi, attuale presidente di Snam Rete e Gas ed ex membro del comitato esecutivo della Bce (dal 2005 al 2011), in cui viene fatta una panoramica sulla situazione politico-economica italiana e le relative riflessioni sull’effettiva libertà di questa rispetto ai cosiddetti “poteri forti“.

Bini Smaghi ha da poco fatto uscire un libro, “Morire di austerità“, in cui sostiene che la caduta del governo Berlusconi nell’autunno 2011 fosse dovuta alla volontà del premier di far uscire l’Italia dall’eurozona (il tutto sarebbe stato discusso insieme alla Merkel e a Sarkozy), fatto non andato giù agli ambienti finanziari internazionali. Il racconto dell’economista ci pare calzante con la realtà dei fatti e in particolare rispetto a quell’oscuro periodo in cui la caduta di Berlusconi e l’insediamento di Monti ci vennero presentati con una naturalezza spropositata, quando invece rappresentava un gesto senza precedenti.

Ora, sempre secondo Bini Smaghi, il colpo di scena che ha visto Berlusconi dare la fiducia al governo Letta sarebbe anch’esso da far risalire ad un’ingerenza delle agenzie di rating e degli ambienti finanziari nella politica italiana. Questi ultimi infatti starebbero cercando in tutti i modi di creare stabilità politica in Italia (anche se farlocca e non legittimata dal popolo) per fare in modo che i titoli del debito pubblico italiano possano essere piazzati sul mercato con le dovute credenziali di fiducia.

Non ci sembra che Bini Smaghi, anche in quanto ex pezzo grosso dell’organo più importante in seno all’Ue, possa raccontare di asini che volano; il tutto ci pare più che credibile e comprovato da fatti che altrimenti risulterebbero inspiegabili. Il problema è però un altro: perché questa sfacciata messa in scena per circuire noi elettori? Che senso ha proclamare a gran voce democrazia e partecipazione, quando queste non sono contemplate per i piani decisionali dell’Ue?

I cittadini europei non hanno avuto voce in capitolo sull’euro e quando i governi hanno provato a farlo sono stati destituiti (vedi Papandreu), la Commissione europea e la Bce (i due organi più importanti dell’Unione) sono composte da membri non scelti dai cittadini, addirittura il Presidente del Consiglio europeo è un illustre sconosciuto! Allora a questo punto ci troviamo ad un bivio: o continuiamo mestamente sulla via di quest’Europa tecnoburocratizzata, in cui il cittadino non conta NULLA, oppure prendiamo atto del fallimento di questa nei modi in cui si è concretizzata e lottiamo per un Europa fatta da popoli sovrani e finalmente liberi dal giogo dei poteri forti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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