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La stampa italiana getta ancora fango su Vladimir Putin

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L’attore politico che ha temporaneamente evitato un più che possibile conflitto in Siria continua ad essere subissato di critiche e insulti da parte della stampa schierata italiana ed internazionale.

Nelle menti di certi intellettualoidi radical chic non va proprio giù il concetto che un paese si possa dare leggi proprie conformi alla volontà del popolo, ma contrarie al credo perbenista che permea, ahinoi, la non più cultura europea.

Così dopo aver volutamente ignorato il magistrale operato di Putin in ambito internazionale, che ha placato le volontà belliche del Nobel per la Pace Obama, ecco che la stampa torna a parlare male del Presidente della Federazione russa. Il pretesto per dar contro è stata la decisione da parte del ministero della Cultura di alleggerire un po’ i rubinetti del finanziamento di un film in uscita su Pëtr Il’i? ?ajkovskij, il famosissimo compositore russo. Saranno infatti assegnati 750 mila euro per la realizzazione del film, soldi che il regista Kirill Serebrennikov ritiene insufficienti anche solo per le riprese.  Secondo Repubblica il motivo di questa riduzione di finanziamenti sarebbe da far risalire all’omosessualità del compositore russo, descrivendo così Putin come un omofobo retrogrado e censore di un’importante parte di storia russa.

Per dovere di cronaca è necessario far presente che quando la Russia non era ancora una Federazione, ma un’Unione di Repubbliche socialiste sovietiche, la vera identità sessuale di ?ajkovskij venne completamente insabbiata (nonostante fosse più che nota a tutti) e tutto questo nella ruffiana indifferenza delle testate italiane prostrate ai dettami della madre patria Russia. Ora è chiaro che i tempi sono cambiati e possiamo dare atto che i cronisti di Repubblica di oggi non siano quelli di ieri (anche se la linea editoriale è rimasta bene o male la stessa dal ’76), tuttavia sentendo le dichiarazioni di Putin, che ha detto: “Dicono che ?ajkovskij fosse omosessuale. Non è certo per questo che tutti lo amiamo. Ma per le sue musiche che non hanno rivali“, si potrebbe intuire che l’attenzione del film fosse esageratamente rivolta alla vita intima del compositore, incentrando l’attenzione più sulle sue abitudini di letto che sulle opere geniali.

Questo di certo non è un crimine (il film infatti non è stato censurato), tuttavia il presidente Putin avrebbe potuto nutrire il timore che l’immagine di un’icona nazionale potesse in qualche modo svilirsi agli occhi di un popolo che non vedrebbe l’omosessualità e l’eterosessualità sullo stesso piano di uguaglianza. La strategia di Putin è sempre stata volta all’unità nazionale (d’altronde un territorio così vasto lo richiede necessariamente) e quest’atto rientra perfettamente in quest’ottica.

In ogni caso nulla impedirebbe al regista di richiedere finanziamenti esterni al governo, fatto che rende la polemica di Repubblica ancor più sterile.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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