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Sabato a Roma si è tenuta una manifestazione in sostegno della Siria e del suo presidente Al-Assad. Le maggiori testate giornalistiche che hanno dato risalto all’organizzazione della manifestaizione, dopo la stessa non ne hanno fatto più menzione, salvo qualche trafiletto qua e là. Prima della manifestazione scriveva il Fatto quotidiano: “si tratta di associazioni con legami con l?eversione nera…
Sarà un?occasione, soprattutto, per compattare dietro la bandiera siriana tutti i vari gruppuscoli dell?estrema destra europea ? razzista, omofoba e antisemita ? nel nome di una comune battaglia contro l?imperialismo degli Stati Uniti e di Israele, il vecchio nemico di sempre. Nonostante gli organizzatori abbiano assicurato a ilfattoquotidiano.it di voler organizzare “una festa per donne e bambini”, quello che traspare è un vero e proprio tentativo di superare divisioni interne tra questi gruppi dell?estrema destra nella costruzione di una rete a livello continentale.”
Un’altra testata arriva a inscenare un mezzo scoop, sostenendo che si trattasse di modelle pagate dal regime siriano: siamo alle comiche. Vi è un gran numero (peraltro in crescita esponenziale) di italiani che non si fa fare il lavallo del cervello dalla mediaticità di certe dichiarazioni politiche, né tantomeno dalle testate di partito: italiani che leggono i blog, che si informano sui social network, che seguivano su Instagram le foto della rivolta della Turchia ben prima che la stampa ne facesse cenno. Quelle persone ad esempio ora sanno già molto più de il Corriere della Sera su quanto sta accadendo in Brasile, ove sono sottaciute manifestazioni imponenti che assembrano centinaia di migliaia di persone.
Stia a chi ci legge giudicare le immagini degli “eversivi neri” o dei “fotomodelli pagati” della manifestazione pro Siria tenutasi sabato 15 giugno nella capitale.
