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Emigrazione: un dramma tragico e massiccio per l’Italia

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Lo stipendio della ricercatrice dello Spallanzani di Roma che ha isolato il coronavirus è l’emblema di una problematica in Italia molto pressante: la scarsa possibilità, per i giovani, di dare un seguito dignitoso ai loro ottimi studi. Il risultato è una drammatica e massiccia emigrazione verso l’estero.

Autore: Gilberto Trombetta

Francesca Colavita, la ricercatrice che fa parte del team che ha isolato il coronavirus, ha un semplice contratto di collaboratrice e guadagna 16.000 euro lordi all’anno. Cioè neanche mille euro netti al mese.

Secondo l’ultimo report annuale dell’ISTAT, dal 2018 – a causa di un’inarrestabile emigrazione di cittadini nazionali – l’Italia ha perso 420mila residenti. Metà dei quali sono giovani tra i 20 e i 34 anni e con un titolo di istruzione medio alto (2 su 3).

«La Lombardia è in assoluto la regione che ha ceduto ad altri Paesi più risorse qualificate (-24 mila giovani residenti), seguita dalla Sicilia (-13 mila), dal Veneto (-12 mila), dal Lazio (-11 mila) e dalla Campania (-10 mila).

Considerando però congiuntamente le migrazioni con l’estero e quelle interregionali, le regioni del Centro-nord, e in particolare la Lombardia e l’Emilia-Romagna, mantengono dei saldi totali positivi mentre le regioni del Mezzogiorno mostrano saldi totali negativi».

I giovani del Sud emigrano sia nelle zone maggiormente produttive del Centro-nord sia nei Paesi esteri. L’85% dei giovani italiani emigra nei Paesi europei: in particolare Regno Unito (31 mila), Germania (21 mila), Svizzera (15 mila) e Francia (12 mila). Tra i Paesi extra-europei i saldi negativi più significativi si registrano negli Stati Uniti (7 mila) e in Australia (4 mila).

Questo, per esempio, fa sì che l’Italia abbia il più grande deficit (entranti-uscenti) di ricercatori tra i Paesi OCSE, una grave perdita per il sistema Paese.

In altre parole l’Italia sovvenziona, per l’equivalente di miliardi di euro, la ricerca e sviluppo di Francia, Germania, UK, Svizzera, e così via.

E questo pur formando ed avendo, quindi, pochi ricercatori in rapporto alla popolazione in confronto ad altri Paesi. Con salari come quelli della ricercatrice, non c’è purtroppo da stupirsi.

Hanno distrutto il presente obbligandoci a seguire teorie economiche ormai superate da un secolo, e ci stanno rubando il futuro obbligando i nostri giovani a fuggire. Come ciò che accadde con l’emigrazione della metà dell’Ottocento. Una tragedia già vissuta e di nuovo contemporanea, che unisce al danno la beffa.

Un’immagine iconica, e purtroppo ancora tremendamente attuale: l’emigrazione degli italiani all’estero nel corso dell’Ottocento. E non per volontà, ma per necessità

Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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