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Le mani di Mario Draghi sui risparmi degli europei

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Una pur lievissima ripresa economica nell’area euro non frena la voglia di “lacrime e sangue” da parte di Mario Draghi e della sua Banca Centrale europea. Dall’ultimo Financial Stability Review del maggio 2016, all’interno del quale venivano enunciate le nuove regole per i meccanismi di salvataggio degli istituti bancari, sembrava che almeno i piccoli risparmiatori fossero “salvaguardati”.

Finora i depositi dei piccoli risparmiatori sono stati difesi

Da quel documento emergeva infatti come i conti correnti inferiori ai 100.000 €, chiamati “covered deposits” (“depositi coperti”), fossero risparmiati dal meccanismo di bail-in previsto dalla legge europea. In sostanza quando un istituto di credito all’interno dell’Ue rischia il fallimento tutti i correntisti e gli obbligazionisti clienti della banca (con conti superiori ai 100.000 €) partecipano al salvataggio dell’istituto. Meccanismo che prende appunto il nome di bail in.

Quest’azione si differenzia dal bail out, che invece consiste nell’utilizzo di fondi governativi per salvare la banca. Il bail in è dunque stato pensato, almeno inizialmente, per tutelare i piccoli risparmiatori e in generale la comunità del Paese che non sarà coinvolta, come invece prevede il bail out, nel meccanismo di salvataggio dell’istituto. Questo almeno era previsto fino all’8 novembre.

La Banca Centrale europea chiede ora i soldi di tutti per il bail in

Poi è uscito il solito misterioso report pubblicato dalla stessa Banca Centrale europea sotto l’egida di Mario Draghi. “Opinion of the European Central Bank of 8 November 2017 on revisions to the Union crisis management framework”, così si chiama il paper di 69 pagine firmato da Mario Draghi. Come da titolo, si tratta di una semplice “opinione” dell’istituto di Francoforte che per l’appunto propone delle modifiche (emendamenti) alla legislazione bancaria vigente all’interno dell’Unione.

Oltre al gergo quasi inaccessibile per i profani di materia giuridica ed economica, salta all’occhio un particolare da pelle d’oca. All’emendamento 13 proposto, a pagina 41 del documento originale, si può osservare come sulla sinistra della tabella, ovvero la parte che indica la legge ancora non modificata, sono presenti i “covered deposits”. Quelli cioè sotto i 100.000€.

Secondo il testo della legge originale, e ancora in vigore, questi non devono essere appunto toccati. Sul lato destro della stessa tabella sono invece visibili le modifiche proposte dalla Banca Centrale europea. Ed ecco che la dicitura “covered deposits” è stata cancellata. Nel testo viene poi spiegato il motivo di questa tragica modifica. “I depositi coperti attualmente salvaguardati dagli schemi di compensazione devono essere rimpiazzati da esenzioni limitate e discrezionali per essere garantiti dall’autorità competente con il fine di ottenere un maggiore livello di flessibilità”.

I soldi dei piccoli risparmiatori per salvare le banche?

In pratica cosa sta dicendo Mario Draghi? Secondo il report bisogna togliere la tutela per tutti i conti correnti, anche quelli al di sotto dei 100.000€. Questi ultimi potranno essere salvaguardati solo a discrezione dell’autorità competente. Nel documento si legge poi che “durante un periodo di transizione, i correntisti devono avere accesso a un determinato ammontare di liquidità dei loro depositi coperti per coprire i costi della vita durante i cinque giorni lavorativi necessari”. Traduciamo.

Quando la banca sta per fallire si procede al bail in, come detto precedentemente. Questo vuol dire che per cinque giorni lavorativi i correntisti non possono prelevare soldi, per evitare una fuga di liquidità dalla banca. Adesso anche i piccoli risparmiatori saranno sottoposti a questo divieto, che potrà essere tuttavia limitato a discrezione dell’autorità e solo per la quantità di soldi necessaria a sopravvivere finché non avrà termine il bail in. E se i depositi non sono più “coperti” viene meno anche l’obbligo dell’istituto di restituire l’ammontare perso dal risparmiatore una volta che il salvataggio è andato a buon fine.

La banca è salvata, il risparmiatore invece no. Sembra quasi che con l’assunto di dover salvare gli istituti bancari ad ogni costo, si stia mano a mano allargando il gruppo di coloro che sono costretti a salvarli. Prima erano solo i grandi correntisti, ora si aggiungono i piccoli risparmiatori “con discrezione”, poi si toglierà anche la discrezione. Una manovra tentacolare che rischia di tagliare i risparmi dei cittadini europei. Certo si tratta, per ora, solo di una proposta. Tuttavia la stessa sarà dibattuta in seno alla Commissione europea, organo ove l’opinione del cittadino conta ben poco.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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