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Banche: il doppiopesismo della “matrigna” Unione Europea

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L’Unione Europea ha sempre attuato un dirimente doppopesismo nei confronti dei suoi Stati membri per quel che riguarda la questione banche. Alcuni Paesi hanno potuto agire a livello pubblico, altri no: e non è difficile immaginare, o ricordare, di quali Paesi si tratti.

Autore: Gilberto Trombetta

La Commissione Europea, infatti, fece fallire ben quattro banche italiane, impedendone il salvataggio pubblico. Peccato non potesse impedirlo e che, mesi dopo, a danni fatti, la Corte Europea lo riconobbe. Troppo tardi, ovviamente.

Ma non è una novità, è così che funziona l’Unione Europea: figli e figliastri. Non si spiegherebbe altrimenti la sproporzione tra l’intervento pubblico concesso alla Germania tra il 2008 e il 2015 per salvare il proprio sistema bancario, farcito di derivati (come Deutsche Bank dimostra perfettamente), e l’importo consentito all’Italia: 1.753.000 milioni di euro contro 19.992 milioni.

Aiuti statali alle banche: la sproporzione netta tra Italia e Germania

Una sproporzione che non riguarda solo il confronto tra Italia e Germania, ma tra Italia e tutti i Paesi UE.

Aiuti di Stato alle banche in difficoltà all’interno dei Paesi UE

Un modo di fare discriminatorio che oltre ad aver messo in ginocchio il sistema bancario italiano ed una buona fetta dei risparmiatori, ha inciso pesantemente anche sulla vicinanza delle banche al territorio e sul numero di dipendenti, tagliati clamorosamente.

Il calo drastico del numero degli sportelli bancari in Italia
L’impetuoso taglio dei dipendenti bancari in Italia

Non solo, la crisi indotta dalle folli regole europee al settore bancario italiano, ha comportato una forte stretta sul credito (credit crunch), che ha colpito violentemente famiglie e piccole imprese, il cuore produttivo del Paese.

Il crollo dei prestiti bancari alle famiglie italiane
L’andamento negativo dei prestiti bancari a società non finanziarie

Il tutto mentre la UE ha permesso di violare ancora una volta le regole alla Germania, consentendole di salvare una loro banca, la NordLB di Hannover.

Mentre l’Italia rischia di far saltare il 12esimo istituto bancario, la Popolare di Bari. Nel frattempo che essa aderisce alla folle idea della riforma del MES, fondamentalmente un sistema di strozzinaggio autorizzato che l’Italia stessa non potrebbe usare, a condizione di ristrutturare il proprio debito, versando nel frattempo miliardi per salvare i marci sistemi bancari altrui. Un “fondo taglia-Stati”, come l’ha chiamato Guido Salerno Aletta su Milano Finanza.

Articolo di Guido Salerno Aletta su Milano Finanza, “Il fondo taglia-Stati”, riportato su Twitter da Evandro Menna il 24 novembre 2019

Senza che nessuno, a Bankitalia come all’ABI, abbia mai avuto un minimo sussulto d’orgoglio rassegnando le doverose dimissioni. Senza che nessun partito politico si opponesse mai sul serio a questa UE matrigna che tratta l’Italia come le tre sorellastre trattavano la povera Cenerentola.

Importante tweet dell’economista Fabio Dragoni, che ha rilanciato una tabella di dati sugli aiuti statali alle banche elaborata dall’analista Guido Salerno Aletta per Milano Finanza

Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni

[Grafici dell’articolo elaborati dal Centro Studi Win The Bank e tratti dalla conferenza di Valerio Malvezzi – sostenitore e propugnatore dell’Economia Umanistica – tenuta a Siena nel febbraio del 2018 (ripresa da Byoblu ed intitolata “Come rubano ai poveri per dare ai ricchi”). Per un’analisi approfondita del pensiero dell’economista di cui poc’anzi, si rimanda a “Le idee di Valerio Malvezzi contro l’ultraliberismo“, di Oltre la Linea (Parte 1, Parte 2 e Parte 3).]

Leggi anche:

Per l’UE, la Germania può salvare le banche con soldi pubblici

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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